Huawei ha tentato un nuovo approccio alla Federal Communications Commission che, a seguito del ban emesso dagli Stati Uniti, ha definito l’azienda cinese un rischio per la sicurezza nazionale americana.
Come noto, la decisione della FCC si è tradotta nell’estromissione di Huawei dal mercato USA per quanto concerne l’installazione delle infrastrutture per la rete di nuova generazione 5G.
La situazione è stata colta al balzo dal governo americano nel corso di questi mesi, che hanno trasformato Huawei in uno strumento di propaganda politica giunto fino alle porte dell’Europa.
Huawei ha quindi tentato un nuovo approccio nei confronti della FCC, in cui ha sostanzialmente ribadito di non essere un rischio per la sicurezza del paese, attraverso un documento lungo ben 200 pagine in cui l’azienda prosegue la sua lotta contro quello che si potrebbe definire ostruzionismo di natura politica e governativa.
Nello specifico il comportamento è stato definito “una campagna da parte di certi funzionari governativi, inclusi membri del Congresso, per isolare Huawei con restrizioni onerose e stigmatizzanti ed essere messa fuori servizio negli USA contestando la sua reputazione qui e in tutto il mondo”.
La scelta di lanciarsi nuovamente in appello per richiedere la rimozione del ban nasce sicuramente anche dalla recente decisione da parte del governo britannico di accettare, con qualche limitazione, il supporto di Huawei nella realizzazione delle infrastrutture per la rete 5G.
Anche l’Italia ha fatto sapere che agirà tenendo fede alla sicurezza del paese, ma senza chiedere le porte a tutti i potenziali fornitori stranieri. Di questo passo la situazione potrebbe anche prendere una piega inaspettata, ma è presto per dirlo.
Ricordiamo che lo scorso novembre la FCC, prendendo atto del ban emesso dagli Stati Uniti, ha vietato a tutti gli operatori americani di non acquistare altre attrezzature di rete fornite da Huawei e ZTE, imponendo come penale il mancato supporto economico a tutti coloro che decideranno di soprassedere sulla decisione.
Il governo americano ha infatti messo a disposizione un fondo USF pari a 8,5 miliardi di dollari, ideato appositamente per tutti gli operatori intenzionati a migliorare i loro sistemi di telecomunicazioni presenti sul territorio americano.
Ajit Pai, attuale presidente della Commissione federale per le comunicazioni degli Stati Uniti, in quell’occasione aveva dichiarato:
Il nostro obiettivo è quello di preservare l’integrità delle apparecchiature e dei servizi di comunicazione distribuiti lungo la rete contro le minacce alla sicurezza della nostra filiera poste in essere da alcuni fornitori stranieri.