Non sembra veramente esserci pace per Apple, nuovamente al centro dell’ennesima bufera relativa al suo App Store digitale.
Dopo le accuse della Russia sulle normative troppo restrittive dello store, costate una multa salata alla casa di Cupertino, e una battaglia legale con Epic destinata ad inasprirsi sempre di più, ecco che dal Regno Unito arriva una nuova class action che accusa Apple di aver causato un rincaro nei prezzi dello store pari al 20%, andando ai danni dei consumatori.
Il dibattito sposta però la discussione su un problema ben noto dello store della Mela, ovvero le commissioni del 30% richieste da Apple su ogni vendita effettuata nell’App Store. Secondo l’accusa, un collettivo piuttosto “infastidito”, i guadagni dell’azienda a discapito delle tasche dei clienti avrebbe portato ad un profitto “esageratamente alto e illegale”.
A guidare la battaglia legale è Rachel Kent, esperta in economia digitale e docente al King’s College di Londra, che pur riconoscendo nell’App Store un tassello importante nell’evoluzione dell’economia tra gli store digitali, questo sta diventando anche troppo stringente, tanto per gli utenti che per gli sviluppatori, imponendo costi elevati che a detta dell’accusa sono ingiustificati.
Presentando l’apposita istanza inoltre, coloro che volessero prendere parte a questa class action dovranno aver effettuato almeno un acquisto sullo store da ottobre 2015 in poi per poter far valere il proprio diritto al risarcimento