Gli smartphone rappresentano il passato, allorché il futuro sarà imperniato sui visori per la realtà virtuale. Parola e musica di HTC, che pure conosce bene un segmento oramai in auge – e pronto a far fioccare numeri record entro il 2020 – per via della presentazione dell’atteso caschetto HTC VR. Il mercato sembra d’altronde aver sterzato verso la direzione della realtà virtuale, costringendo settori strategici e contingenti quali gli smartphone e computer a recitare un ruolo di secondo piano o, nella peggiore delle ipotesi, a far fronte a decise contrazioni. <<Il futuro della tecnologia mobile saranno proprio i visori per la realtà virtuale>> ha affermato senza troppi giri di parole il direttore del progetto Vive di HTC China, che ritiene possibile – se non addirittura certo è scontato – il sorpasso dei caschetti ai danni degli smartphone: <<entro quattro anni si venderanno più visori che dispositivi mobile>> è la laconica previsione del dirigente taiwanese.
Come non dargli torto, del resto, giacché le previsioni abbozzate dagli analisti sembrano andare in raccordo con lo scenario dipinto qualche riga addietro: la realtà virtuale è al centro delle strategie dei player più quotati del mercato (e non soltanto, basti por mente pensare a PornHub), e la richiesta verso questo particolare segmento diventerà sempre più ingente man mano che l’utenza prenderà confidenza con il settore e, per converso, verrà abbattuto l’iniziale periodo di acclimatamento. La maturità dei visori per la realtà virtuale dovrebbe esser raggiunta entro il 2020, allorquando i dispositivi smerciati potrebbero toccare l’impressionante quota di 64.8 milioni di unità, capaci di mettere in moto ricavi per oltre 11 miliardi di dollari. Numeri da capogiro, come quelli raggiunti da HTC Vive in fase di pre-ordini. Ed ecco perché l’ipotesi del dirigente del produttore taiwanese sembra non essere troppo fuorviante dalla realtà.
HTC non se la passa bene per quanto concerne le vendite dei propri smartphone, un fattore che potrebbe forse influenzare in modo diretto le strategie del brand. Il pedigree di HTC 10 non basterà, da solo, a risanare perdite e numeri negativi, ed a tale stregua l’industria della realtà virtuale potrebbe rappresentare per HTC quella boccata d’ossigeno necessaria per risalire la china, oltre che il mero punto di partenza verso una rapida scalata sul mercato. Certo, immaginare che gli smartphone possano tutto d’un tratto esser superati dai visori per la realtà virtuale sembra quasi un azzardo, ma la tecnologia è imprevedibile ed uno scossone potrebbe esser capace di rivoltare il mercato, aprendo nuovi orizzonti e nuove prospettive. Ed in questo senso la realtà virtuale è in pole position per rosicchiare popolarità e fatturato agli smartphone.