Benedetto Levi, il giovane amministratore delegato di Iliad Italia, è stato recentemente protagonista di una nuova intervista a “Il Sole 24 Ore”, in cui ha discusso di diversi argomenti relativi al futuro di Iliad in Italia e le costanti accuse degli altri operatori che sfruttano il gestore francese come capro espiatorio per giustificare i tagli al personale.
È una narrazione che fa comodo agli altri operatori, ma che non corrisponde alla realtà. Ed è paradossale che non si tenga conto di una semplice considerazione: più aumenta la concorrenza sul mercato e più gli operatori devono investire per creare un servizio differenziante e di qualità.
Investimenti creano qualità e posti di lavoro, non il contrario. Però è chiaro che l’avvitamento al ribasso dei prezzi è un problema per il mercato. Le questioni che hanno impattato, se parliamo dei cali di fatturati, sono altre. Nel 2018 c’è stato il ritorno alla fatturazione mensile da quella a 28 giorni.
Ma tra gli argomenti discussi vi sono soprattutto le temute rimodulazioni alle offerte, che da sempre ricorrono in Italia. Uno dei più temuti su questo fronte è proprio Vodafone.
A questo proposito Levi ha quindi voluto rassicurare tutti sottolineando la fedeltà di Iliad al suo motto della trasparenza:
Prima del nostro arrivo abbiamo fatto molte ricerche osservando chegli operatori italiani erano fra i meno amati dai clienti. Non creare una relazione con l’utenza basata su fiducia e trasparenza è stato il vero problema.
Rimarremo fedeli alla politica della semplicità delle offerte, senza costi nascosti e con tariffe garantite per sempre senza rimodulazioni per i clienti. Per il futuro vedremo quali offerte lanciare. Finora a ogni premium price sulle nuove tariffe abbiamo aggiunto 10 Giga in più di dati.