Con l’avvento della biometrica il settore della sicurezza sui dispositivi mobili è stato totalmente rivoluzionato. A partire dal caro vecchio sblocco con il sorriso (che tecnicamente non è una vera e propria forma di biometrica), fino ad arrivare alle impronte digitali e agli scanner oculari, le novità in questo settore sono state molte. Ma possiamo davvero essere sicuri che l’introduzione di questi metodi ci metta definitivamente al sicuro?

Qualcuno pensa proprio di no; si sono espresse con parere negativo le forze dell’ordine statunitensi, che fanno intendere che i vecchi metodi come pin e codici di sblocco, restano ancora i migliori, per assurdo. Come molti di voi sapranno, la polizia americana ha in passato avuto problemi con i produttori di smartphone che, per questioni di privacy, si sono rifiutati di collaborare in alcune indagini, creando non pochi problemi alle forze dell’ordine nell’aggirare le protezioni dei dispositivi.

Le stesse ora sono al lavoro sullo studio di tutte le debolezze di questi nuovi metodi di biometrica. E’ possibile infatti aggirare questo tipo di blocco tramite la creazione di un calco dell’impronta digitale, con metodi più “superficiali” o addirittura con il supporto di una stampante 3D, per un calco estremamente preciso.

Certo, nella vita di tutti giorni è estremamente difficile che qualcuno venga a farvi il calco dell’impronta digitale ma questo è per capire come, per assurdo, i vecchi metodi potrebbero ancora essere i migliori. La ricerca porterà sicuramente dei passi avanti in entrambi i sensi (nuovi sistemi di sicurezza e nuove potenziali falle) ma si spera che presto si possa arrivare ad un punto in cui i rischi saranno davvero ridotti al minimo e si potranno dormire sonni tranquilli, con la consapevolezza che i nostri dati saranno al sicuro.