L’annuncio di iOS 13 è stata una svolta importante nell’ambito dei sistemi operativi di casa Apple, mentre sotto molti di vista è emersa l’intenzione da parte della casa di Cupertino di guardare oltre quel muro invisibile che lascia tutto il resto del mercato in disparte.
C’è la voglia di guardare finalmente oltre le semplici applicazioni proprietarie e di favorire anche tutti quegli sviluppatori esterni che da tempo lamentano un trattamento decisamente poco equo nei loro confronti.
Come infatti abbiamo riportato nei report dal keynote dei giorni scorsi, Apple ha annunciato che con il nuovo sistema operativo il suo assistente vocale, Siri, godrà di numerosi miglioramenti che contribuiranno a renderla non solo meno robotica all’udito dei consumatori, ma anche più libera di agire non solo sulle applicazioni proprietarie di Apple, ma anche su quelle terze parti.
Tutto questo sarà possibile grazie a degli appositi strumenti denominati “SiriKit”, che permetteranno all’assistente vocale di riconoscere le applicazioni esterne a quelle certificate Apple.
Una feature che ovviamente non potrà essere implementata direttamente da Apple, ma dagli stessi sviluppatori di queste applicazioni. A quanto pare SiriKit potrà essere implementata anche dai competitor musicali di Apple, tra i quali Spotify.
Quindi a conti fatti, per la prima volta, grazie a iOS 13 sarà possibile sfruttare Siri per riprodurre i brani musicali presenti su altre applicazioni di tipo musicale, andando quindi a svincolarsi da Apple Music, ad oggi l’unico player supportato da Siri.
Pur essendo passata un po’ in sordina come notizia, l’apertura di Siri verso i third party apre a scenari molto interessanti per tutto l’ecosistema Apple, in particolare per gli HomePod, che ancora faticano ad emergere a causa di una struttura troppo chiusa esercitata dalla casa di Cupertino rispetto ai prodotti concorrenti.