Il numero 7 comincia ad essere ricordato come “sfortunato”, almeno per quanto riguarda l’universo smartphone: lo scorso 2016 verrà ricordato per il disastro Note 7, dato che il famoso device di casa Samsung ha registrato numerosi casi di esplosione spontanea, costringendo il colosso sudcoreano a ritirarlo dal mercato. La causa di tale disastro è stata ufficialmente rivelata dalla stessa azienda pochi mesi fa, tramite un comunicato: sembra che le esplosioni avvenissero a causa delle batterie.
Nonostante il mistero risolto, il flop di Samsung sarà difficilmente dimenticato e ad oggi c’è un altro dispositivo che sta vivendo una situazione simile, anche se in scala notevolmente ridotta: questa volta al centro dell’attenzione è uno smartphone di casa Apple, ovvero un iPhone 7 con meno di 4 mesi di vita che è esploso in Cina senza alcun motivo apparente. Buffo il fatto che ad accomunare i device rivali in questi spiacevoli episodi sia proprio il numero 7.
Il dispositivo appartiene ad un lotto di produzione piuttosto recente, ma probabilmente provvisto dei medesimi difetti già visti su un altro iPhone 7 dello scorso febbraio 2017, anche lui protagonista di un’esplosione. In quell’episodio il dispositivo era stato collegato in carica alla presa elettrica e lasciato in casa mentre la proprietaria era fuori, notando il suo iPhone completamente esploso non appena rientrata.
Nella sfortuna, l’unico elemento positivo è che il danno è stato risarcito senza alcun problema perché l’iPhone disponeva della garanzia ancora valida: difatti è bastato recarsi presso un Apple Store per ottenere la sostituzione del device in seduta stante.
In merito a questi eventi il colosso Apple ha affermato di essere al lavoro per indagare a fondo sulla questione. Auguriamoci quindi che si tratti di casi isolati e di non rivivere l’incubo Note 7 anche con i dispositivi di Cupertino. In fondo, dato il valore di mercato non certo accessibile a tutte le tasche, la priorità per questi dispositivi dovrebbe essere la sicurezza e non solo a livello software – tanto decantata da Tim Cook – ma soprattutto a livello hardware.