Che il mondo dell’Information Technology stia diventando sempre più centrale per l’Italia è un’affermazione che sentiamo da tempo, ma adesso c’è un report specifico che certifica il valore ufficiale del comparto per l’economia del nostro Paese.
Lo studio sull’IT in Italia
Per la precisione, è stata l’associazione Anitec-Assinform a fare il punto sul settore, realizzando per la prima volta un documento incentrato su “Il settore IT in Italia” in collaborazione con Istat e NetConsulting cube; e così, guardando i risultati si scopre che il mondo IT (escluse telecomunicazioni e commercio all’ingrosso) conta oltre 87 mila imprese e occupa ben 430 mila addetti. Studiando l’impatto sul totale dell’economia nazionale, significa che detiene una quota del 2 per cento delle aziende e del 2,7 per cento degli occupati complessivamente in Italia.
Un ruolo strategico
Evidentemente molto sostanziosi anche l’apporto per il PIL del nostro Paese: secondo l’analisi, l’Information Technology contribuisce al prodotto interno tricolore con il 3,7 per cento del valore aggiunto, confermandosi appunto come un settore strategico e in costante crescita. Il presidente dell’associazione Anitec-Assinform, Stefano Pileri, sottolinea anche come “il settore IT è uscito dalla crisi 2008 -2014 grazie a un processo di trasformazione evolutiva che ha generato grandi potenzialità innovative ed elevate competenze, cruciali per sostenere la digitalizzazione del Paese”, caratterizzandosi per ” elevata produttività e per il fatto di occupare in prevalenza giovani in buna parte laureati”.
Diminuisce il peso dell’hardware
Tra le tante informazioni che emergono dall’indagine c’è un punto particolarmente interessante, che racconta l’evoluzione del comparto: dal 2015 a oggi si è di molto accentuato il peso di software e servizi, mentre nello stesso periodo è diminuito l’apporto fornito da tutto ciò che ha a che fare con l’hardware. In termini quantitativi, la realizzazione di componenti fisiche ha visto scendere sia il numero di imprese che quello di addetti (addirittura meno 23 per cento, pari a oltre 17 mila unità), mentre al contrario la produzione di software ha messo il turbo, salendo per numero delle imprese, così come l’ambito dei servizi, soprattutto per quel che attiene aziende più grandi, consulenza, gestione di strutture e, più in generale, il Web.
Un comparto in evoluzione
Nel panorama attuale in Italia continuano a imporsi alcuni brand che per primi hanno compreso le potenzialità della tecnologia e degli apparati a supporto dell’evoluzione tecnologica, come il gruppo Danea Soft con tutti gli strumenti che mette a disposizione delle imprese. Accanto a questi “pionieri”, stanno emergendo nuove realtà, creando così un contesto piuttosto eterogeneo, dove sei imprese su 10 non hanno più di 10 anni, soprattutto nel comparto dei servizi, mentre in generale si stima che il 60 per cento valore aggiunto del comparto IT provenga da imprese che hanno meno di 16 anni di esperienza alle spalle.
Nuovi processi per le imprese
La tendenza al “nuovo” è confermata anche dalle strategie che stanno orientando i processi delle stesse aziende, che ormai puntano in maniera sempre più forte e rilevante sul rinnovo dell’offerta e dei modelli organizzativi, che tra le priorità sono percepiti come prioritarie rispetto alla qualità dei prodotti e servizi offerti e, fattore comunque da non trascurare, all’accesso a nuovi mercati e alle relazioni tra imprese.
Previsioni positive
Il report dell’associazione di settore si chiude rivelando il “sentiment” degli imprenditori attivi in ambito IT, che sembra essere orientato decisamente verso l’ottimismo: il 78 per cento delle imprese IT prevede di chiudere in crescita i bilanci del 2017, con un quarto di businessman che si attendono incrementi superiori al 5 per cento rispetto al fatturato precedente.