Il doodle del 5 luglio 2016 è di quelli importanti. Sì, perché Google celebra nel suo piccolo l’approdo della sonda Juno nell’orbita di Giove, evento destinato a restare impresso nella storia dell’umanità, se è vero che nessun veicolo era mai stato infatti così vicino al pianeta più grande del Sistema Solare. Una conquista evidentemente importantissima per i tecnici della NASA, a conti fatti i veri protagonisti del doodle del giorno di Google: festanti come non mai, mirano con non poco entusiasmo l’arrivo della sonda Juno nell’orbita di Giove. La grafica sarà forse dozzinale ed in stile retro’, ma quel che importa è in fondo la notizia, destinata a riecheggiare mestamente nel corso degli anni.
La missione studiata a fondo dagli ingegneri statunitensi ha uno scopo ben preciso: studiare il pianeta gigante, cercando di immagazzinare quante più informazioni possibili. E per accondiscendere a quest’obiettivo, vengono in soccorso sofisticati marchingegni che pure parlano fluentemente l’italiano, giacché due di questi hanno per l’appunto una derivazione tutta <<Made in Italy>>. <<E’ stata la cosa più difficile che la Nasa abbia mai fatto>> ha sentenziato il responsabile scientifico della missione Juno, Scott Bolton, non appena il motore della sonda si è spento correttamente dopo aver prima frenato per i 35 minuti originariamente previsti.
Il lancio della sonda Juno – realizzata dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa – era avvenuto il 5 agosto 2011 e con un mese d’anticipo rispetto a quanto abbozzato in precedenza è giunta a destinazione. Un viaggio lungo dunque cinque anni, macinando quasi tre miliardi di chilometri, ma quel che importa è il risultato finale. Come ribadito in precedenza, la sonda è anche un po’ italiana, visto che lo spettrometro ad immagine infrarossa porta la firma di Leonardo-Finmeccanica (seppur col prezioso aiuto dell’Istituto nazionale di astrofisica) e lo strumento di radioscienza <<Kat>> è invece paternità esclusiva degli scienziati dell’Università La Sapienza di Roma.
La sonda Juno è accompagnata da un protagonista d’eccezione: trattasi di Galileo, identificato mediante una targa fornita dall’Agenzia Spaziale Italiana da tre figurine LEGO che rappresentano Galileo, Giove e Giunone. Juno raccoglierà adesso per i prossimi sei anni tutta una serie di informazioni necessarie per capire un po’ di più le dinamiche del più grande del Sistema Solare.