All’ultimo Mobile World Congress, il produttore LG ha cercato di smuovere un po’ il mercato introducendo il suo primo smartphone modulare: G5. Quando l’azienda ha presentato al mondo il G5 ha fatto una scelta un po’ azzardata, per cui ci siamo chiesti: “La scelta di introdurre uno smartphone modulare è un’idea vincente o è un progetto destinato a fallire?”
LG dirà addio ai moduli già dal 2017
Oggi, a distanza di diversi mesi dalla presentazione del G5, possiamo rispondere al quesito che ci siamo posti più di otto mesi fa. Il concetto di modularità introdotto da LG sul suo top di gamma del 2016 è stato senza alcun dubbio un tentativo apprezzabile di rinnovare il segmento di mercato riguardante gli smartphone, un settore che da troppo tempo sta vivendo una fase di stallo. Tuttavia la modularità che abbiamo visto sul G5 non ha raggiunto gli obiettivi sperati, in altre parole ha fallito. Per quali motivi?
Per almeno due ragioni. In primo luogo è doveroso dire che l’elevato costo dei vari moduli, e la difficoltà nel reperirli scoraggia gli utenti a provare questo nuovo settore. Una seconda ragione che ha fatto fallire il progetto dell’azienda sudcoreana riguarda il sistema modulare adottato dall’azienda. Come ben sapete per inserire i moduli ideati per il G5 è necessario estrarre la batteria dal dispositivo e riavviarlo di volta in volta. Sicuramente una soluzione non felice che ha scoraggiato molti utenti a provare questo dispositivo. Sicuramente è stato più interessante il modo in cui Lenovo ha introdotto la modularità sui nuovi Moto Z. Per il 2017, dunque, aspettiamoci un LG G6 molto diverso rispetto al suo predecessore, l’attuale G5.