Il colosso Google ha licenziato l’ingegnere informatico che ha causato una tempesta di polemiche nella Silicon Valley affermando tramite un’email che il divario di genere tra i lavoratori nel settore della tecnologia è dovuto a differenze biologiche tra uomini e donne (tutti i dettagli disponibili al seguente link).
James Damore – questo il nome dell’autore dell’email – è un laureato di Harvard che aveva lavorato a Google per quattro anni, ha scatenato una bufera di polemiche in questi giorni a causa del suo “manifesto” di 10 pagine nel quale ha accusato la compagnia di “polarizzazione politica contro i conservatori” aggiungendo che le iniziative per incoraggiare le figure femminili nel campo della tecnologia erano “ingiuste”.
Damore ha rivelato che Google ha motivato il suo licenziamento accusandolo di “perpetuare stereotipi di genere” ed ha aggiunto di aver preso in considerazione l’idea di intraprendere un’azione legale contro la società.
L’Amministratore Delegato di Google, Sundar Pichai, si è espresso sulla faccenda affermando che mentre alcune parti del memo potevano rappresentare dei validi spunti di discussione, la maggior parte di esso violava il codice di condotta della società: “suggerire che un gruppo di colleghi abbiano delle caratteristiche biologiche che li rendano meno adatti a questo lavoro è offensivo e ingiusto”, ha affermato in un’email inviata al personale.
Il licenziamento dell’ingegnere ha scatenato una nuova tempesta di polemiche, dato che molte persone pensano che un simile gesto rappresenti un affronto alla libertà d’espressione: “La censura è per i perdenti. Wikileaks offre un posto di lavoro all’ingegnere di Google James Damore”, scrive Julian Assange in un post condiviso su Twitter, esprimendo solidarietà all’ingegnere e inneggiando alla libertà d’espressione. Assange, che ha ripetutamente attaccato Google su questioni di privacy, ha rincarato la dose affermando quanto segue: “Le donne e gli uomini meritano il rispetto. Ciò include il diritto a non essere licenziati per aver espresso idee discutibili ma in modo educato”.
I colossi tecnologici come Google, si sono sempre impegnati pubblicamente a diversificare la propria forza lavoro, anche se la percentuale di donne nel settore rimane ancora molto bassa, per non parlare del divario di compensi.