“Mentre noi discutiamo in modo compassato su anonimato e rischi di censure sui social ci sono interi gruppi che fanno strame di regole e civiltà, rispetto e dignità, e regrediscono a uno stadio davvero pre-umano. Branchi di allupati qui su Facebook mettono in pratica quella che credevo fosse solo una similitudine iperbolica, con il muro del gabinetto maschile degli autogrill. Carpiscono dalle pagine aperte del social innocentissime foto di ragazze e le riproducono come emblemi di prede sessuali, con tutto ciò che di ostentatamente morboso si può immaginare come “commento”. Gruppi dai nomi dichiaratamente onanisti, senza rischi di fraintendimento”, così esordisce il lungo post scritto dal direttore del Tg la7, Enrico Mentana, sulla sua pagina Facebook.
Un problema non da poco, al pari se non superiore al cyberbullismo, che perseguita persone ignare di trovarsi in gruppi simili e che non trova via di scampo: “Eppure tutte le donne che si sono rivolte a Facebook sono state rimbalzate con motivazioni patetiche, e con la beffa del suggerimento boomerang di bannare quelle pagine. Peggio ancora per chi ha provato a denunciare la cosa alla polizia postale: l’esperienza dei comuni cittadini alle prese con le offese e le ignominie del web è frustrante, sempre. Le risposte quasi in copia e incolla sono “aspettiamo”, “lasci perdere”, “tanto poi non si va mai a sentenza” (ed è vero), o la più disarmante “denunci la cosa a Facebook”, prosegue Mentana.
“Bene, allora chiediamo a Facebook: siete contenti di ospitare quei gruppi di Onanisti Anonimi, di lasciare che le bacheche di utenti perbene siano depredate di foto che poi diventano strumento di riti di coinvolgimento sessuale? Non nascondetevi: i nomi dei gruppi li sapete, vengono indicati ogni giorno da chi ha la forza di reagire, l’ultima ieri, ecco il link: https://m.facebook.com/story.php… Caro Facebook, li vogliamo eliminare, sì o no?”, conclude il direttore. Domanda più che lecita.