Microsoft ha acquistato Swiftkey, la popolare tastiera software riservata in via esclusiva ai sistemi operativi Android e iOS. A snocciolare l’importante indiscrezione è il Financial Times, secondo il quale sarà attorno ai 250 milioni di dollari il prezzo pattuito dalle parti per il closing dell’affare, una cifra ritenuta dagli investitori inferiore a quella che sarebbe potuta materializzarsi soltanto qualche anno addietro. Malgrado il diniego di Microsoft nel commentare la notizia, la fonte in discorso sostiene che l’ufficialità della transazione (magari contornata da alcuni ed importanti dettagli) arriverà entro lo spirare di questa settimana.
Con l’acquisto di SwiftKey, il colosso di Redmond chiude il cerchio relativamente ad altre operazioni impostate negli ultimi mesi, là dove Microsoft ha accentrato su di sé alcune applicazioni moderne, come Acompli, MilelQ, Alba e Wunderlist. Secondo il Financial Times, la mossa operata dal colosso statunitense ha una finalità che prescinde dal portare dentro l’universo Windows Phone (oggi Windows 10 Mobile) la tastiera virtuale già presente sui sistemi operativi della concorrenza.
Nonostante SwiftKey non faccia parte del novero di applicazioni progettate per il software di Redmond, Microsoft sembra mirare ad un obiettivo diametralmente diverso: l’intelligenza artificiale, per inciso il nucleo duro che, congiuntamente al meccanismo swipe, caratterizza l’apprezzata tastiera software. E, a detta della fonte, c’è una vera e propria “guerra per accaparrarsi i migliori talenti” specializzati nel detto settore; a riprova di ciò può farsi riferimento alla transazioni e portata a termine nel 2014 da Google, che ha acquistato una società del Regno Unito ed attiva nel campo dell’intelligenza artificiale.
A seguito della transazione SwiftKey (applicazione installata su 300 milioni di dispositivi e dotata di un supporto ad 89 lingue diverse), oltre 150 dipendenti sparsi in tutto il mondo saranno attesi a Redmond per partecipare al Microsoft Research. Un colpo dunque importante quello messo a segno dal colosso statunitense, ma per conoscere il futuro della pluridecorata azienda inglese, nata nel 2008 e con uffici sparsi a Londra, Seoul e San Francisco, dovremo attender l’ufficialità della transazione, prevista entro qualche giorno.