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Muslim Ban, Apple pensa ad azioni legali contro Trump

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Muslim Ban, Apple pensa ad azioni legali contro Trump

Il Muslim Ban, l’ordine sull’immigrazione che impedisce l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di Iran, Iraq, Siria, Sudan, Libia, Somalia, Yemen (tutti Paesi a maggioranza musulmana) firmato dal presidente Donald Trump ha scosso tutta la Silicon Valley, al punto da spingere il colosso Apple a valutare la possibilità di avviare un’azione giuridica contro il presidente USA.

Il numero uno del colosso di Cupertino, Tim Cook, ha espresso il suo punto di vista al Wall Street Journal, spiegando che centinaia di dipendenti Apple sono stati colpiti dal provvedimento e di essere in contatto con “personalità di altissimo spicco alla Casa Bianca” che possono essere in grado di fare pressione affinché venga abrogato l’ordine esecutivo, un’azione importante per tutti gli States: “Più di qualsiasi altro paese al mondo, questa nazione è forte per il nostro background di immigrati, per la nostra capacità e abilità di accogliere le persone da ogni tipo di contesto. È ciò che ci rende speciali. Dobbiamo fermarci a pensare, riflettere profondamente su tutto questo. Vogliamo essere costruttivi e proficui”, ha dichiarato Cook.

Il CEO non ha indicato i dettagli dell’eventuale azione legale da muovere contro Trump, ma ha scelto di raccontare la storia di alcuni suoi lavoratori: dal giorno della firma dell’ordine esecutivo, Cook ha ricevuto numerose email dai dipendenti Apple, come la lettera di un suo impiegato in attesa di un figlio, dove spiegava che i futuri nonni con cittadinanza canadese e iraniana non potranno vedere il nipote. “Sono persone che hanno amici e famiglie. Sono colleghi, sono contribuenti. Sono parti chiave della comunità”, ha commentato Cook. In fondo lo stesso colosso Apple deve la sua esistenza perché il famoso Steve Jobs, co-fondatore dell’azienda, era figlio di un immigrato siriano, emigrato negli Stati Uniti nel 1952.

Il colosso di Cupertino non è il solo ad essere contrario al Muslim Ban. Anche il CEO di Amazon, Jeff Bezos, si è schierato contro l’ordine di Trump, affermando che anche Amazon sta contattando i membri del Congresso per valutare opzioni legislative. Contro il provvedimento anche il colosso svedese Ikea: Lars Petersson, country manager per gli Stati Uniti, ha pubblicato una nota sul suo sito dove promette di garantire assistenza legale gratuita alle famiglie dei lavoratori che la richiederanno.

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