Parte da Milano Mytaxi, un’applicazione tedesca del gruppo Daimler-Mercedes che sarà funzionante su Android e iOS e che cercherà di combattere la concorrente Uber sulla questione del servizio di trasporto automobilistico privato e pubblico.
L’applicazione Mytaxi nasce nel 2009 ed è stata scaricata 10 milioni di volte coinvolgendo oltre 45.000 taxi in circa 40 città del mondo. Dopo diverse manifestazioni e proteste che non hanno avuto l’esito sperato, la risposta a Uber arriva tramite un’applicazione per smartphone simile alla sua concorrente ma basata sulla legittimità delle licenze di guida dei tassisti offrendo anch’essi tariffe molto concorrenziali.
Come funziona Mytaxi?
Con un semplice click sull’applicazione sarà possibile prenotare un taxi, pagando tariffe agevolate, attraverso sconti fino ad un risparmio del 50%, grazie alle agevolazioni che l’azienda produttrice ha adottato per contrastare Uber e per far diffondere sempre di più Mytaxi. Il sistema di posizionamento del cliente e dei taxi abilitati farà in modo di contattare il più vicino, in modo da ridurre i tempi di percorrenza delle tratte.
Analizzando i due servizi, la differenza sostanziale risiede nel guidatore che se in Uber è un automobilista qualsiasi (abilitato al servizio dall’azienda) in Mytaxi è un tassista professionista provvisto di regolare licenza offrendo oltre che qualità una certa tradizione.
Al momento sono solo 200 le autovetture milanesi che hanno aderito e che fino al 30 settembre prossimo non dovranno pagare le commissioni al gestore dell’applicazione agevolando in questo modo la diffusione del servizio; al termine di questa promozione, ancora non è chiaro se verrà richiesto ai tassisti una quota fissa mensile/annuale o un parte in percentuale ai servizi svolti.
Dunque una sperimentazione che potrà vedere i suoi frutti solo tra qualche mese e che sembra ormai sancire la fine del servizio Taxi professionale come l’abbiamo sempre conosciuto. L’adozione della tecnologia è sempre più presente nella nostra vita e volenti o nolenti dobbiamo necessariamente prenderne atto.