WhatsApp ha fatto il “botto” proprio nell’ultimo giorno dell’anno. Non soltanto per la totale inaccessibilità al servizio della quale abbiamo avuto modo di parlare, ma anche e soprattutto per la quantità a dir poco mastodontica di traffico e di utenza attiva concentrata negli ultimi scampoli di 2017. Due fattori strettamente correlati, se è vero che a causare il disservizio sono stati proprio la gran mole di messaggi inoltrati da ogni parte del mondo.
I vertici della popolare piattaforma di messaggistica istantanea hanno snocciolato numeri e dati a conferma del successo incredibile messo a punto da WhatsApp. Preso letteralmente d’assalto a suon di auguri e auspici per l’ormai nel vivo 2018. Il numero ufficiale è di sicuro impatto: oltre 75 miliardi di messaggi inviati durante il corso della vigilia di Capodanno. Di questi, 13 miliardi costituivano immagini e 5 miliardi i video.
A conferma del clamoroso successo di WhatsApp può farsi riferimento ad un raffronto con i dati riguardanti il mese di luglio, quando la società affermava che in media ogni giorno vengono inviati qualcosa come 55 miliardi di messaggi, di cui 4,5 miliardi di foto e 1 miliardo di video. Numeri evidentemente destinati a lievitare in occasione dell’ultimo dell’anno, e a far crollare WhatsApp sono stati soprattutto proprio i contenuti multimediali. Addirittura triplicati e quantuplicati, rispettivamente, rispetto al normale andazzo a cui ci ha abituato la piattaforma di proprietà di Mark Zuckerberg.
Le conseguenze sono dunque agli occhi di tutti, e in gran parte del mondo (Europa, India, Giappon e Brasile) ci si è trovati di fronte al down di WhatsApp concentrato in un ora durante il corso della serata del 31 dicembre. Prima di allora, l’ultimo crash della popolare applicazione di messaggistica istantanea era avvenuto il 30 novembre, quando il servizio aveva smesso di funzionare per circa quaranta minuti in alcuni territori come l’Europa e il Nord America.