OnePlus 5T si propone come evoluzione e perfezionamento dell’attuale smartphone OnePlus, se non altro per quel display con cornici ridotte, privo dell’effetto <<Jelly Scrolling>> e con un aspetto di formato simile ai top di gamma del 2017. In molti si aspettavano però novità importanti dal punto di vista software, e in tal senso il sentore è che la strategia messa in moto da OnePlus possa ripercorrere quanto fatto esattamente un anno addietro a seguito del lancio di OnePlus 3T, presentato con a bordo Android Marshmallow 6.0.1 benché l’allora ultimo Android Nougat 7.1 fosse già disponibile da svariati mesi.
In questo senso OnePlus 5T non porta dunque novità software rilevanti. Per stessa ammissione della società di Shenzhen, il nuovo smartphone OnePlus è pressoché (quasi) identico all’attuale OnePlus 5, e conseguentemente ambedue i terminali riceveranno il medesimo trattamento software. Anche qui, una mossa traslata a pié pari nel passaggio OnePlus 3 – OnePlus 3T, che permetterà ai possessori dell’originale dispositivo presentato soltanto qualche mese or sono di non essere tagliati fuori o dimenticati troppo in fretta.
Certo, OnePlus poteva impegnarsi un po’ di più per confezionare sin da subito Android 8.0 Oreo sul nuovo OnePlus 5T, ma tant’è bisognerà attendere il corso degli eventi. Come sottolineato infatti in queste ultime ore dallo stesso produttore cinese, l’ultima versione dell’apprezzata interfaccia proprietaria OxygenOS (basata per l’appunto su Oreo) approderà in via stabile e definitiva lungo il corso del 2018.
Ciò non toglie, ad ogni modo, la possibilità di rilasciare – similmente a quanto fatto per OnePlus 3/3T – un preliminare firmware beta, così da permettere agli utenti di toccare con mano le novità salienti e, per converso, aiutare l’azienda a correggere i difetti. Ebbene, la prima Open Beta di OxygenOS basata su Android 8.0 Oreo potrebbe arrivare già a fine novembre per tutti i possessori di OnePlus 5, mentre chi ha deciso di acquistare l’ultimo modello (in debutto il 21 novembre prossimo anche in Italia) dovrà attender un mese aggiuntivo (la fine di dicembre, per l’appunto).