Piovono accuse pesanti nei riguardi di due dei produttori cinesi più in voga dell’ultimo periodo. OnePlus e Meizu manipolerebbero i risultati dei test di benchmark eseguiti su alcuni dei rispettivi smartphone. A puntare il dito sono GeekBench e XDA, che avrebbero preso di mira OnePlus 3T e Meizu Pro 6, evidentemente protagonisti indiretti di una quanto meno incresciosa vicenda. L’accusa è presto detta: entrambi i dispositivi metterebbero in rilievo punteggi benchmark inferiori rispetto alle reali potenzialità. Una sorta di aiuto indiretto o forzatura, che permetterebbe ai terminali in questione di ottenere migliori risultati all’interno delle piattaforme benchmark di riferimento.
OnePlus non ha tardato a difendersi, sostenendo effettivamente che siano stati <<implementati alcuni meccanismi nella community e nelle build di Nougat>>. Ma non per taroccare i punteggi benchmark, quanto piuttosto per <<migliorare l’esperienza dell’utente su alcuni giochi graficamente intensivi>>. Il processo forzerebbe la CPU, cosicché quest’ultima sia messa nelle condizioni di sprigionare una <<forza bruta>> maggiore e, dunque, assicurare più potenza rispetto a condizioni più tradizionali.
Di conseguenza, quando queste applicazioni, che includono AnTuTu e GeekBench, vengono aperte dall’utente, il processore risulta esser più veloce e, di riflesso, i punteggi benchmark più sostenuti da un punto di vista squisitamente numerico. Non è ad ogni modo la prima volta che i risultati dei test di benchmark sono sotto osservazione. Nel 2014, Samsung ha infatti accusato NVIDIA di violare alcuni brevetti e, soprattutto, di <<pompare>> punteggi nelle piattaforme di riferimento per quel che concerne il chipset Tegra K1, così da renderlo più potente del rispettivo SoC Exynos 5433 (utilizzato, per contro, su alcune versioni di Galaxy Note 4). Anche HTC è stata al centro di vicende simili.
Considerando che i risultati di AnTuTu e Geekbench seguiti su OnePlus 3 e OnePlus 3T potrebbero essere <<contaminati>>, dobbiamo chiederci se l’ultimo smartphone Android del produttore cinese – apprezzato per l’ottimo rapporto qualità-prezzo – meritava davvero di esser in testa alla classifica di AnTuTu dello scorso anno, a fronte di un punteggio superiore alla media.
Per il momento, vale la pena non prender come oro colato i punteggi benchmark dei dispositivi in questione, anche se, ad onor del vero, non costituiscono prerogative salienti per tessere le lodi di uno smartphone (quel che conta, vale la pena ribadire, è l’esperienza di utilizzo quotidiana). A suo merito, OnePlus dice che rimuoverà – a partire dalle prossime build OxygenOS per OnePlus 3 e OnePlus 3T – il trigger che mette in condizioni la CPU di funzionare più velocemente quando alcune applicazioni sono aperte.