Nel corso del weekend Qualcomm ha finalmente affrontato le critiche ricevute da Ars Technica circa la piattaforma Android Wear. Il noto produttore di chipset si è mostrato disinteressato allo sviluppo di un’eventuale successore del processore Snapdragon Wear 2100, lanciato esattamente due anni fa e tutt’ora utilizzato su diversi dispositivi indossabili.
Il chip di Qualcomm, infatti, rimane ancora il più capace sul mercato per tutti i produttori di smartwatch Android Wear. Il critico del noto sito ha affermato che l’apatia del produttore nei confronti degli orologi indossabili stia costringendo gli OEM a sviluppare apparecchiature moderne limitate dall’architettura a 28 nm del lontano 2013.
In questo modo, secondo le lamentele, Qualcomm impedirebbe l’evoluzione dell’eco-sistema Android Wear, senza quindi affrontare le critiche più comuni quali la durata della batteria, le prestazioni generali ed il design cui sono costretti ad adottare i costruttori. Basti pensare che dalla sua nascita nel 2014, il sistema operativo sviluppato da Google per i dispositivi indossabili ha ricevuto solo due major update nel corso di questi anni e ciò sta a significare che a breve potremmo vedere una nuova versione.
Purtroppo non è ancora chiaro se il colosso di Mountain View abbia intenzione di presentare nel corso dei prossimi anni uno smartwatch Pixel al grande pubblico, ma rimanendo in tema molti esperti del settore ritengono comunque che non sia necessaria una maggiore potenza di calcolo per questi orologi.