La notizia è piuttosto curiosa, ma allo stesso tempo molto interessante, specie per i suoi risvolti reali dei problemi tecnici che ha causato: “internet non funziona“, avranno esclamato in tanti lo scorso 28 febbraio quando, alle ore 17:37 ora italiana, oltre un terzo delle persone che quotidianamente utilizzano internet ha avuto degli inconvenienti nella navigazione a causa di un errore di battitura.
Non è ironia, ma la realtà. Questi i fatti: il 28 febbraio alcuni siti stavano esperendo dei problemi e Amazon (proprietaria del provider AWS – Amazon Web Services – uno dei più utilizzati al mondo) ha deciso di sospendere l’attività di qualche piccolo server per poter ripristinare correttamente tutto il funzionamento della rete. Il tecnico incaricato dell’operazione ha però commesso un banale errore di battitura nell’inserimento dei comandi, errore per via del quale sono stati molti di più i server andati offline. Ecco spiegati i motivi del ‘pasticcio’ che ha coinvolto per una buona mezza giornata la comunità virtuale, muovendola al grido di “internet non funziona“.
Come ha poi spiegato Amazon, dopo le cinque ore che ci sono volute per risolvere il problema ci si è prodigati per inserire ulteriori controlli di sicurezza che possano evitare, o almeno ridurre al minimo l’eventualità, che simili problemi si verifichino nuovamente. Anche perché quando internet non funziona, come è avvenuto in questo caso, ne derivano problemi di certo non marginali: ad essere coinvolti in questo malfunzionamento sono stati infatti i siti e i servizi delle aziende più famose, tra cui la Nasa, Netflix, Pinterest, Expedia, Reddit, Slack, Githun, Twitch, l’iCloud di Apple e i servizi di Autodesk.