Home Recensioni Recensione Asus ZenFone 5, questa è la strada giusta da seguire

Recensione Asus ZenFone 5, questa è la strada giusta da seguire

0
Recensione Asus ZenFone 5, questa è la strada giusta da seguire
Asus ZenFone 5

Premetto di non essere mai stato un grande fan della serie ZenFone di Asus, un po’ per i materiali non al passo con i tempi, un po’ per un software completamente diverso rispetto allo stile minimal che ormai da qualche anno riecheggia negli studi di Google e Android. Con questo ZenFone 5 però Asus sembra aver preso spunto un po’ ovunque, riuscendo a tirar fuori qualcosa di parecchio interessante, poiché allineato con la concorrenza sotto ogni punto di vista. A parte la scelta del nome che potrebbe creare un po’ di confusione, visto che un “5” si era già visto in casa Asus, non possiamo che notare alcune somiglianze estetiche con OnePlus 6, Huawei P20 e LG G7, che ovviamente hanno a loro volta preso spunto da iPhone X. Il 2018 è sicuramente l’anno del “notch”, ma se per le aziende appena citate non riusciamo a giustificare questa scelta, comprendiamo invece la voglia di Asus di rimettersi in gioco, e per farlo, ci duole dirlo, ci vuole proprio quella tacchetta. Analizzeremo tutti questi dettagli all’interno della recensione, ma prima è doveroso da parte nostra, soffermarci sul contenuto della confezione. 

Ci troviamo sostanzialmente difronte ad una classica dotazione da smartphone: Un alimentatore con uscita a 5W che consente una ricarica nella media attraverso un cavo USB di tipo C e quindi in linea con la tecnologia del momento, nonostante si tratti di un medio di gamma. Non mancano poi gli auricolari, sul quale non ci soffermeremo oltre e una cover in silicone trasparente, il che la dice lunga sull’utilizzo e la maneggevolezza finale dello smartphone. Non credo ci sia bisogno di dirlo, ma si, anche i manuali di istruzioni faranno parte della confezione. 

Design finalmente degno di nota

Okay, anche qui potremo iniziare ad elencare tutti i dispositivi che, almeno anteriormente, potrebbero confondersi con questo ZenFone 5, ma la situazione crediamo sia abbastanza chiara a tutti. Tuttavia, proprio come accennato in precedenza, crediamo che questa sia stata una scelta azzeccata da parte di Asus, poiché, se siamo qui a parlarne vuol dire che la strategia è proprio quella giusta. Fatta questa premessa, vorremmo soffermarci sulla parte posteriore che, seppur caratterizzata dalla solita doppia fotocamera “a semaforo”, è presente un tocco estetico che l’azienda ha deciso di riportare anche sul proprio top di gamma. Ci riferiamo al sensore di impronte digitali posto in alto, circondato da raggi di luce che riflettono grazie al vetro 2.5D utilizzato anche sul retro. Tralasciando per un attimo il puro lato estetico però, crediamo che il suddetto sensore di impronte sia posizionato forse troppo in alto e viste le dimensioni totali dello smartphone, in molti potrebbero avere qualche difficoltà nel raggiungerlo comodamente. 

Sul lato destro troviamo il bilanciare per il volume e il tasto di accensione/blocco, mentre a sinistra è presente il solo slot in grado di dare spazio a due SIM in contemporanea. L’intera cornice è in metallo, interrotto solo da quattro sottili bande in plastica necessarie per consentire una corretta ricezione del segnale, nonché per l’utilizzo di tutte le connettività presenti. Anteriormente invece è possibile notare un vetro dotato di protezione Gorilla Glass, che purtroppo non fa un grandissimo lavoro quando si parla di “oliofobicità”. Stessa considerazione va fatta anche per la superficie posteriore, da qui un primo motivo per utilizzare la cover in dotazione, o comunqne una qualsiasi protezione. Tornando a parlare del design anteriore, non possiamo che soffermarci su quella maledetta tacca, adibita al contenimento dei sensori, della capsula auricolare e della fotocamera di cui parleremo più tardi. Il resto del profilo è abbastanza sottile, ma si interrompe ancora una volta in basso, in cui lo spessore aumenta leggermente creando una sorta di “mento” che a detta di molti produttori, sarebbe obbligatorio a causa dei connettori del display con il resto dell’hardware.

tasti

tasti

tasti

Le dimensioni generali di questo ZenFone 5 sono di 153 x 75.65 x 7.7mm e dovendo ricoprire un display da ben 6,2 pollici, vi diciamo da subito che saranno forse un po’ scomodi durante l’utilizzo quotidiano. Perché questo? Sostanzialmente perché più di una volta ci siamo ritrovati a sfiorare l’angolo in basso a sinistra mentre cercavamo anche di scorrere semplicemente un feed di notizie. La cornice, pur essendo stondata, possiede comunque delle finiture piatte, e questo non ci permette di esprimerci in maniera del tutto positiva riguardo al confort finale. Aggiungendo anche un peso di 155 grammi che a dirla tutta riteniamo troppo basso. Personalmente preferisco avere comunque una certa presenza del dispositivo in mano, ma ammetto che questo potrebbe essere tranquillamente una mia preferenza e che per la maggior parte degli utenti vada bene la soluzione scelta da Asus. Per concludere il capitolo ergonomia, affermiamo che non si tratti probabilmente dell’aspetto migliore di questo smartphone.

Il display ha la tacca, ma Asus prova a metterci una pezza

Capitolo Display. Partendo con l’elencare qualche caratteristica tecnica, ci troviamo difronte ad un IPS con risoluzione FullHD+ (2246 x 1080) in formato 19:9 senza HDR. Pur non essendo un OLED ammettiamo di esserci trovati, in alcuni casi, a capire quando finiva lo schermo ed iniziavano le cornici laterali, segno che l’azienda ha fatto un ottimo lavoro su questa componente puramente tecnica. Leggermente peggiori i bianchi che tendono invece al giallino, e questo potrebbe risultare evidente in molti casi, visto che la ZenUI è praticamente piena di schermate completamente bianche, a partire dalle impostazione per finire al centro notifiche. Ovviamente la cosa non è così tragica, ma è doveroso comunque mettere in luce tale considerazione. 

Con le versioni precedenti del software non era in alcun modo possibile nascondere la tacca attraverso l’inserimento della barra di stato completamente nera, che invece ora è attivabile dalle impostazioni. Se dobbiamo dire la verità però noi non ci penseremo minimamente ad attivarla visto che già non abbiamo un design completamente simmetrico, vista la presenza di cornici più sottili rispetto ad altre, se poi ci aggiungiamo un display stondato inferiormente e un taglio netto invece superiormente, che tra l’altro prende anche una piccola porzione di stondatura, beh forse sarebbe meglio tenere il notch e via. In alcuni casi però è la stessa ZenUI che decide di nasconderlo, quando potrebbe risultare effettivamente frustrante, un esempio è la navigazione web, Chrome infatti preferisce avere la barra nera anziché la gobba. La presenza delle notifiche e di tutte le altre informazioni però sono gestite, a nostro avviso, abbastanza bene. Asus ha infatti deciso di aggiungere dei puntini sospensivi, laddove le icone non trovano spazio, in modo da inviare l’utente a tappare sulla barra di stato e rivelare tutte le informazioni apparentemente invisibili. Piccolo difetto estetico  invece presente alle estremità laterali. A destra infatti l’orario sembra quasi aderire perfettamente alla cornice, mostrando quasi alcuni numeri “tagliati” dal display, mentre sul lato sinistro le notifiche vengono leggermente allontanate, in modo da non avere lo stesso effetto. Parliamo di dettagli che l’utente comune non andrà sicuramente a notare e comunque di sottigliezze risolvibili tramite software. Nelle impostazioni è possibile modificare la temperatura colore in maniera molto dettagliata, anche se crediamo non ce ne sia realmente bisogno. Non manca l’opzione filtro luce blu, d’aiuto sopratutto durante la visione di contenuti di notte.

tacca attiva
tacca attiva
tacca nascosta
tacca nascosta

Prestazioni, batteria e audio degni di un medio di gamma del genere

Trattandosi appunto di un dispositivo che tende a piazzarsi nella fascia media del mercato non potevamo certamente aspettarci l’ultimo processore del momento, ma possiamo comunque consolarci e con estrema tranquillità grazie alla presenza di uno Snapdragon 636, accompagnato da 4GB di RAM e 64GB di ROM per la sola versione che vedremo in Italia. La memora interna è espandibile tramite Micro SD fino a 2TB, il che allontana qualsiasi preoccupazione riguardo alla quantità di file all’interno dello smartphone. La situazione cambia però nel caso in cui si volesse optare per l’utilizzo di una seconda SIM, visto che lo slot non comprende tre alloggiamenti, ma soltanto due compatibili con entrambe le preferenze. 

I dati tecnici però non sono nulla se il dispositivo non viene ottimizzato a dovere, cosa che però Asus sembra aver fatto senza problemi. Le prestazioni finali infatti non deludono, l’utilizzo quotidiano non si allontana molto da quello di un top di gamma, ma se ovviamente si tenta di mantenere in memoria qualche applicazione in più, i limiti dettati dal processore iniziano a farsi sentire. Stessa situazione nel momento in cui a girare è un gioco abbastanza pesante come nel caso di Real Racing che, nonostante possegga tutti i dettagli previsti per questo tipo di schermo e tecnologia, tende a scattare leggermente nelle situazioni in cui i suddetti dettagli aumentano. Nulla di così esagerato, anzi ci sentiamo anche di elogiare l’intera gestione poiché riteniamo che l’azienda sia riuscita a dare un ottimo equilibrio nelle performance. 

Il tutto si ripercuote ovviamente nella batteria che si difende piuttosto bene, evitando anche eventuali surriscaldamenti quando le azioni compiute vanno oltre le capacità dello ZenFone 5. Si arriva a sera senza molti problemi, anche se alcuni accorgimenti non farebbero di certo male. Uno fra tutti a nostro parere è l’intera parte AI, che Asus ha deciso di pubblicizzare ed inserire in quasi tutti gli ambiti, anche se alla fine dei conti non cambia così tanto l’esperienza utente. Di conseguenza, se preferite avere uno smartphone più duraturo il consiglio quello di tenere disattivato AI Boost e compagnia bella, vi assicuriamo che non noterete una differenza tale da giustificarne l’utilizzo.

Capitolo audio che non ci ha affatto deluso. Ci troviamo diffonde infatti ad una qualità stereo niente male visto che i due altoparlanti si trovano nello speaker inferiore e nella capsula auricolare, esprimendo una certa immersività, sia quando teniamo lo smartphone in verticale che in orizzontale, magari durante la fruizioni di contenuti video. Il tutto si traduce in un’audio equilibrato ed un volume piuttosto alto, che eventualmente può essere ampliato attraverso la “Modalità all’aperto”, che aumenta appunto il volume, ma diminuisce la qualità. In definitiva, non crediamo valga la pena attivarla se non in caso di estrema necessità. Il software non ha alcun player stock installato (se non quello di Google), sarà quindi necessario scaricare servizi aggiuntivi, cosa che avviene nell’80% dei casi.

La ZenUI è migliorata ma bisogna lavorarci ancora un po’

Su questo ZenFone 5 troviamo la ZenUI basata su Android 8.0 che a differenza delle precedenti versioni appare snellita e con un design più minimal, in linea con il trend del momento. I tasti di navigazione sono i classici offerti da Google, anche se possono essere personalizzati nel posizionamento, o nascosti attraverso le impostazioni. Manca quindi l’interazione tramite gestures che non riteniamo fondamentale. In generale l’esperienza di utilizzo riprende molto quella di Android Stock visto che non troviamo più il collegamento al menù principale, sostituito dal semplice swipe verso l’alto. Comodo inoltre lo scorrimento verso il basso per accedere al centro notifiche, anch’esso ridisegnato per esprimere continuità in tutto il sistema. Ma non è tutto ora quello che luccica. Infatti, se da un lato Asus è riuscita a migliorare il proprio OS, dall’altro troviamo ancora parecchi “scivoloni” che devono necessariamente essere colmati al più presto. Uno fra tutti, cosa che riteniamo fondamentale, è la traduzione e la gestione delle impostazioni. Passi il fatto che Google Now viene tradotto con “Google adesso”, ma come si fa a scrivere “schermo smart attivo” descrivendolo con “Ampliare la schermata durante la ricerca e mantenere il dispositivo verso l’alto” per dire semplicemente che il display rimarrà attivo mentre lo si guarda? Probabilmente nessuno attiverà la funzione proprio a causa della poca chiarezza che tra l’altro ritroviamo in tutta la ZenUI. Da applicare anche qualche miglioria estetica, come ad esempio la differenza di stile che c’è tra i tasti di navigazione, i collegamenti del centro notifiche e le app stock. Per quale motivo i pulsanti indietro, home e multitasking hanno uno stile simile a quello della Samsung experience, se poi le icone e i collegamenti vengono proposti con delle linee completamente differenti? Diciamo che in casa Asus c’è ancora un po’ di confusione.

La gestione della doppia SIM è abbastanza buona e la presenza di due sensori per lo sblocco e la sicurezza del dispositivo semplificano ulteriormente l’utilizzo. L’impronta digitale rimane l’opzione migliore, sia per quanto riguarda la rapidità che l’effettiva protezione. Tale sensore può essere anche utilizzato per abbassare la tendina delle notifiche, opzione attivabile dalle impostazioni. Sblocco facciale comodo in molti casi, ma completamente inutile quando c’è poca luce o sotto la luce diretta del sole, visto che si tratta di una semplice fotocamera in 2D. Comoda l’opzione di mostrare le notifiche solo quando viene riconosciuto il volto, in stile iPhone X, ma comunque non abbastanza da preferirlo al sensore biometrico delle impronte. Asus completa questa ZenUI inserendo alcune applicazioni sviluppate in casa come: Calcolatrice, orologio, persone (che poi sarebbero i contatti, dannata traduzione!), registrazione suono, meteo, WebStorage, Temi, Galleria, Gestione mobile, Selfie Master, galleria e gestione file. Tutto molto carino ma molte di queste le dimenticherete in qualche cartella inutile.

Fotocamera buona, peggio quella anteriore

La fotocamera posteriore ha una doppia lente da 12MP con sensore Sony IMX363 e ottica con apertura f/1.8, più un grandangolo a 120 gradi f/2.2 con l’aggiunta del secondo sensore da 8MP. Tutto ciò si traduce in una qualità fotografica abbastanza buona in qualsiasi condizione di luce. Come ovvio che sia, gli ostacoli maggiori si riscontrano di notte, dove a dirla tutta si difende piuttosto bene, anche se non riesce a raggiungere il livello di altri smartphone della stessa fascia. Non manca anche in questo caso la funzione di intelligenza artificiale in grado di riconoscere oggetti e scene in modo da settare le opzioni in maniera più dettagliata, ma come abbiamo già accennato in precedenza, non riteniamo indispensabile tale proposta. Per i più esperti è presente anche l’opzione manuale che mette a disposizione tutti i parametri modificabili. La seconda lente è molto utile sostanzialmente per dare una certa profondità alle foto, necessaria per creare l’effetto ritratto che ormai chiunque conosce bene. In alternativa può scattare anche istantanee grandangolari che non aumentano leggermente il raggio, ma dalla sua non rovinano i dettagli nemmeno ai lati.

Videocamera nella media, riesce a catturare filmati abbastanza godibili con una massima risoluzione in 4K, ma non ci sentiamo di preferirla alla fotocamera che si comporta decisamente meglio. Discorso diverso invece per la singola lente anteriore a nostro parere non all’altezza. potrebbe sicuramente essere tra i lati peggiori dello ZenFone 5 visto che anche con una luce favorevole sembra avere sempre attiva la funzione “bellezza” anche se questa risulta disattiva. I volti vengono illuminati troppo e resi quasi finti. Aggiungiamo anche una bassa gestione dei dettagli e un mezzo disastro quando la luce inizia a calare. In definitiva, ottime le due lenti posteriori, ma nulla più di questo. Tra le opzioni attivabili troviamo: HDR, Abbellimento, Risoluzione Super, Animazione GIF, Panorama, Google Lens, Slow Motion, Time-lapse e Timer di scatto. Presenti anche alcuni filtri live richiamabili tramite uno swipe verso sinistra. 

Conclusioni 

Asus con la nuova gamma ZenFone ha puntato tantissimo sull’inserimento dell’AI che come avrete notato nella nostra recensione abbiamo citato di rado. Il motivo è che lo smartphone risulta ottimo sotto quasi tutti gli aspetti, ma sinceramente non ci sentiamo di dare il merito proprio a questa intelligenza artificiale. Abbiamo preferito quindi esprimere quelle che realmente sono le caratteristiche del dispositivo, senza soffermarci molto sugli inutili elogi di un qualcosa che in realtà non serve poi così tanto. Il 2018 potrebbe quindi risultare l’anno della rinascita per Asus, perché è finalmente riuscita a gettare sul mercato, non solo un top di gamma davvero niente male come il 5Z, ma anche un medio gamma parecchio aggressivo che darà sicuramente del filo da torcere a tutti gli altri brand che agiscono proprio su questa fascia.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here