Il precipizio è vicino, il tempo è poco e le alternative sembrano esaurirsi: sono queste le ore in cui si registra l’ennesimo capitombolo delle azioni Twitter, ormai a un passo dai minimi di sempre.
I problemi in questo caso insorgono a seguito della delusione maturata a stretto giro di posta dopo le speranze delle scorse settimane. Dopo le ipotesi di acquisizione da parte di Google, Disney, Apple e Salesforce, infatti, il social network si è trovato a dover fare i conti con un filotto di rinunce che non sembra lasciar spazio a ripensamenti. L’ultimo passo indietro in ordine cronologico è quello di Salesforce, la società californiana di cloud computing che negli ultimi giorni sembrava in pole position per l’operazione, che nei giorni scorsi sembrava ormai essere rimasta l’ultima in corsa per l’operazione.
La vendita di Twitter si complica e il titolo crolla in Borsa: dalla quotazione del 2013 il titolo ha perso quasi il 35%. Quotato a 26 dollari, oggi ne vale circa 17 e sembrano lontani anni luce i tempi delle azioni valutate oltre i 73 dollari. A far precipitare la situazione è stato il voto degli azionisti di Saleforce, che si sono espressi contro la presentazione di un’offerta per il popolare sito di microblogging. Un duro colpo per il numero uno e cofondatore di Twitter Jack Dorsey, dopo che i rumors parlano di altri big decisi a sfilarsi dall’affare.
Gli azionisti di Salesforce hanno quindi “sospeso” per il momento l’ipotesi di un accordo con Twitter. Le pressioni in questo senso sull’amministratore delegato Marc Benioff sarebbero già cominciate da un paio di settimane. Lo stesso Benioff alcuni giorni fa aveva spiegato come le sfide di Twitter sono molto difficili da affrontare. Tantissime le email ricevute dal Ceo da parte degli investitori, preoccupati dal fatto che la società californiana possa fare un passo più lungo della gamba. Non solo: nei prossimi giorni era ormai stato fissato un “board meeting” che, secondo alcune fonti ancora non confermate, sarebbe già stato cancellato. Il tema all’ordine del giorno era la discussione dell’eventuale cessione, data ormai come unica possibilità per risollevare le sorti finanziarie del social network. La realtà è che da discutere non sarebbe rimasto più molto e, in attesa di conferme di quelle che sono al momento speculazioni dall’enorme impatto in Borsa, non sono previste decisioni nel brevissimo periodo.
L’uccellino sembra essere rimasto solo e le speculazioni al ribasso sono pronte a pesare sui destini del gruppo: le prossime settimane potrebbero essere decisive per le sorti del social network e per i suoi piani di sviluppo.