È di Samsung il primo lotto di schede di memoria UFS (Universal Flash Storage) 1.0, lo standard di archiviazione di nuovo conio – ratificato peraltro da JEDEC nel marzo 2016 – che garantisce, tra le altre cose, prestazioni in lettura e scrittura a ritmo più che sostenuto. Una sorta di SSD SATA se restiamo ancorati a meri dati tecnici di benchmark, capaci di metter sul piatto una velocità d’esecuzione in molti casi fino a cinque volte superiore rispetto alle più tradizionali schede micro-SD. Secondo alcuni dai snocciolati dalla stessa Samsung, le memorie UFS sono in grado di raggiungere il valore di 530 megabyte al secondo in lettura sequenziale e 170MB/s in scrittura.
Lo standard UFS 2.0, impiegato per la prima volta da Samsung in occasione del lancio di Galaxy S6, ha conosciuto in questi ultimi mesi una diffusione capillare, se è vero che è presente in tutti i più quotati dispositivi top di gamma del campo Android, da Galaxy S7, LG G5 a Xiaomi Mi5 passando per OnePlus 3.
<<La nostra nuova scheda 256GB UFS fornirà un’esperienza utente ideale per i consumatori e sarà in grado di guidare il settore nello stabilire la soluzione di memory card più competitiva>> ha affermato Jung-bae Lee, vice presidente senior, Memory Product Planning & Application Engineering di Samsung Electronics. <<Con il lancio nella nostra line-up di schede di memoria UFS ad alta capacità e ad alte prestazioni, stiamo cambiando il paradigma della crescita del mercato al fine di dare la priorità alle prestazioni ed alla convenienza per l’utente>>.
Le schede di memoria UFS griffate Samsung saranno prerogativa esclusiva per fotocamere DSRL, droni e camere a 360 gradi e, ovviamente, smartphone, tablet e prodotti tecnologici compatibili. Una sottolineatura, quest’ultima, considerata indispensabile e necessaria, giacché non basta possedere un dispositivo dotato di espansione di memoria affinché si possa utilizzare correttamente il nuovo standard: come specificato dalla stessa Samsung in sede di presentazione ufficiale, le schede UFS di cui trattasi vantano un nuovo design – quasi uno squalo, verrebbe da dire, pronto a <<divorare>> dati – che le rende del tutto incompatibili con i prodotti attualmente in commercio. Toccherà pertanto ai produttori supportarle con i dispositivi di prossima generazione, implementando magari uno slot coniato ad-hoc. E chissà che non lo faccia lo stesso colosso coreano ad incominciare dal lancio di Note 7, o magari più in là con il già chiacchierato Galaxy S8.
Le schede di memoria UFS saranno presto immesse sul mercato in diversi tagli: si parte da 32 gigabyte di spazio di archiviazione, per poi approdare a 64GB, 128GB ed i mastodontici (oltre che costosi) 256 gigabyte. Quest’ultima, a detta di Samsung, <<mette in mostra prestazioni in lettura casuale oltre 20 volte superiori rispetto a una microSD, che si ferma invece a circa 1800 IOPS (operazioni di input e output al secondo)>>.