Il Samsung Galaxy Note 7 avrebbe dovuto essere uno smartphone degli smartphone del momento, ed inizialmente lo era, al punto che Samsung aveva difficoltà a soddisfare l’ingente richiesta del dispositivo. Dopo qualche settimana dal rilascio, oltre 2,5 milioni di unità di Galaxy Note 7 erano state spedite in tutto il mondo.
Ad ogni modo, ciò è avvenuto prima della campagna di richiamo del dispositivo, ed i successivi problemi che l’hanno afflitto e che hanno portato la casa Coreana a staccargli la spina in via definitiva. Si stima che Samsung perderà oltre 5 miliardi di profitto da questa vicenda, ma Samsung non è l’unica azienda coinvolta nell’accaduto, considerato che l’azienda si affida a molti fornitori di terze parti per produrre i propri dispositivi.
Per rispondere di questo danno, Samsung ha annunciato che pagherà i fornitori di componenti per l’ormai defunto Galaxy Note 7. Per ridurre al minimo i danni economici, l’azienda sta considerando la possibilità di ordinare dai produttori terzi diversi componenti per altri suoi smartphone. L’azienda ha anche affermato che pagherà completamente per tutti i componenti inutilizzati che sono già stati realizzati, per quelli realizzati parzialmente ed anche per i materiali acquistati dai fornitori per realizzare i componenti di Galaxy Note 7.
Questa scelta arriva dopo che il governo della Corea del Sud e la banca centrale avevano espresso preoccupazioni circa le ripercussioni che il fenomeno avrebbe avuto sull’economia del paese. Nonostante la maggior parte degli smartphone Samsung siano prodotti in paesi come Vietnam ed India, l’azienda è uno dei partner principali per diverse aziende sudcoreane.