Finalmente accolto il ricorso dei tassisti dal tribunale civile di Milano che riconosce la concorrenza sleale di Uber e ne decreta il blocco dell’app e dei servizi in tutta Italia.
Dopo una dura battaglia, il Tribunale civile di Milano finalmente ha accolto il ricorso fatto a suo tempo dall’unione tassisti ed ha disposto il fermo dell’applicazione per mobile UberPop, ed il divieto di erogare i servizi ad essa annessi, che fino ad ora offrivano il noleggio di auto con conducente privato su tutto il territorio nazionale. L’applicazione si avvale/va di un sistema di localizzazione capace di individuare il conducente disponibile situato nelle vicinanze geografiche dell’utente, e di metterlo a disposizione di questi per eventuali prenotazioni.
Che Uber non sia stata mai amata lo si era capito da tempo; sono state infatti diverse le rivolte dei tassisti che non hanno mai mandato giù il fatto di essere deprezzati a vantaggio di personale non all’altezza (coloro alla guida dei veicoli noleggiati verrebbero reclutati semplicemente inviando patente e relativa documentazione); le denunce hanno principalmente lamentato una “concorrenza sleale” e una “violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi“. Ora il blocco dei servizi arriva in via ufficiale e i tassisti di Milano possono gridare alla vittoria.
Sigilli dunque per una delle più grandi startup mondiali (si pensa ad un valore di oltre 50 miliardi di dollari), che dovrà ottemperare ai provvedimenti del tribunale milanese, anche – ovviamente – notificando sul proprio sito ufficiale il blocco del servizio in Italia.
Chissà se questa decisione avrà ripercussioni sulla legislazione degli altri paesi, che sono regolamentati ognuno in modo differente. Staremo a vedere.