Sì a Uber dall’Antitrust: il Parlamento legiferi quanto prima

L’Antitrust si dichiara favorevole a Uber e a qualsiasi nuova piattaforma che metta in collegamento “tramite smartphone la domanda e l’offerta di servizi prestati da operatori Ncc”.

E a tal proposito l’Autorità invoca l’intervento del legislatore “con la massima sollecitudine al fine di regolamentare, nel modo meno invasivo possibile, queste nuove forme di trasporto non di linea, in modo da consentire un ampliamento delle modalità di offerta del servizio a vantaggio del consumatore“.

Una nota ufficiale inviata al Parlamento sottolinea, infatti, la necessità di “disciplinare al più presto l’attività di trasporto urbano svolta da autisti non professionisti attraverso le piattaforme digitali per smartphone e tablet“. Anche perché gli obblighi stabiliti dalla legge vigente (n.21/92) vengono definiti dalla stessa Authority “di fatto inapplicabili”, non potendo la piattaforma in oggetto “per definizione rispettare una norma che impone agli autisti l’acquisizione del servizio dalla rimessa e il ritorno in rimessa a fine viaggio“.

Il Tribunale di Milano aveva emesso alcuni mesi fa un’ordinanza che disponeva il blocco dell’app sul territorio italiano, facendo leva sulla tutela della sicurezza pubblica: “l’attività in questione non può essere svolta a discapito dell’interesse pubblico primario di tutelare la sicurezza delle persone trasportate, sia con riferimento all’efficienza delle vetture utilizzate e all’idoneità dei conducenti, che tramite adeguate coperture assicurative per il trasporto di persone“. È per questa ragione che l’Agcm esorta il legislatore ad adottare “una regolamentazione minima di questo tipo di servizi“, sottolineando “gli evidenti benefici concorrenziali per i consumatori finali derivanti da una generale affermazione delle nuove piattaforme di comunicazione“.

Mettendo in evidenza, dunque, l’importanza di “una maggiore facilità di fruizione del servizio di mobilità, una migliore copertura di una domanda spesso insoddisfatta, una conseguente riduzione dei costi per l’utenza e, nella misura in cui si disincentiva l’uso del mezzo privato, un decongestionamento del traffico urbano“, l’autorità enfatizza, in sostanza, sul bisogno di garantire la pacifica coesistenza tra i servizi automobilistici tradizionali e le nuove forme di trasporto ad esse concorrenziali, unitamente alla sicurezza stradale e all’incolumità dei passeggeri.

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