iPhone X porta con sé un listino esorbitante, e mai come in questo caso dovrebbe esser altissima l’attenzione dei consumatori – specie dinanzi a ribassi o cifre quanto meno sospettose – onde incappare in certe truffe. Come quella segnalata e scoperta dalla Guardia di Finanza, che soltanto tre giorni or sono ha provveduto al sequestro di due depositi in “quel” di Casoria deputati alla conservazione e all’assemblaggio di finti iPhone X.
Gli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza hanno permesso di metter a nudo il meccanismo portante del raggiro, abbastanza congegnato e studiato ad arte. In pratica, l’ultimo dispositivo Apple venduto ai malcapitati non era altro che uno smartphone Android opportunamente modificato da un punto di vista software ma pressoché identico, in termini estetici, ad iPhone X: stesse dimensioni e scelte stilistiche, e persino una interfaccia utente similare ad iOS.
I dispositivi contraffatti venivano spediti, pezzo per pezzo, direttamente da Hong Kong, per poi essere assemblati nei due depositi di Casoria. Uno stratagemma anche qui particolare, in quanto consentiva ai malviventi di evitare qualsivoglia controllo alla dogana. L’Asia faceva insomma da tramite per la spedizione dei componenti hardware, mentre in Italia si procedeva con l’assemblaggio e la messa a punto del software.
Sotto gli occhi dei meno esperti e più che altro ingolositi da un prezzo di listino al netto ribasso, la truffa era orchestrata ai minimi dettagli: i finti iPhone X presentavano d’altronde una confezione di vendita esattamente identica a quella di Apple, all’interno della quale trovavano posto i classici documenti commerciali di accompagnamento e gli accessori. C’era però un dettaglio che avrebbe dovuto far scattare l’allarme: la presenza di una seconda batteria sostitutiva dentro la scatola.
Per non destar troppi sospetti, i dispositivi venivano venduti con scontrino fiscale di ben 1.139 euro, tutti identici tra di loro e riportanti la denominazione di una nota catena di elettronica che opera in tutta Italia.
Non soltanto iPhone X, ad ogni modo, dal momento che dentro i due magazzini di Casoria sono stati rinvenuti diversi oggetti tecnologici riconducibili a Apple e Samsung, oltre che 12mila copie contraffatte di Rolex11. Anche in questo caso non mancava certificazione di garanzia e documento fiscale.
Il nostro consiglio è sempre lo stesso: valutate sempre l’attendibilità del sito dove acquistate e, soprattutto, non fatevi ingolosire da prezzi di listino allettanti.