Qualcomm è cresciuta bene nel corso degli ultimi anni, abbozzando una crescita di non poco conto sia nel settore di punta del mercato mobile (si pensi, su tutti, agli ultimi Snapdragon 835 e Snapdragon 845 implementati sugli smartphone di vecchia e nuova generazione) ma anche e soprattutto in quello di fascia media. Al Computex in scena a Taipei assistiamo oggi ad una sorta di chiusura del cerchio da parte del gigante americano dei semiconduttori, dall’alto dell’ufficializzazione del nuovo Snapdragon 850, pronto ad aprire le porte all’era dei notebook dotati di super autonomia. Qualcomm e Microsoft hanno d’altronde lavorato a stretto gomito per confezionare tutte le potenzialità di Windows nella piattaforma ARM, indubbiamente assai congegnale per realizzare un buon compromesso tra consumi e potenza complessiva.
L’azienda americana tiene subito a rimarcare che lo Snapdragon 850 è il processore più potente mai realizzato finora dalla stessa compagnia dei semiconduttori. Una conclusione che ha apparentemente dell’ovvio ma che, nel caso di specie, è suffragata come non mai da dati tecnici di indubbio valore. Gli otto core Kryo 385 hanno una frequenza operativa fino a 2.95GHz e questo si traduce, come messo bene in evidenza da Qualcomm, in un incremento delle prestazioni pari al 30% in più rispetto allo Snapdragon 835. E qui apriamo subito un discorso: perché il produttore non ha preso in considerazione l’attuale 845 equipaggiato, tra gli altri, anche su OnePlus 6 e Xiaomi Mi 8? La risposta è presto detta: lo Snapdragon 835 fu il primo SoC ad aprire la strada verso Windows su piattaforma ARM, dall’alto dell’ormai storico portatile ASUS NovaGo, ed è naturale quindi che la società guardi proprio a quel processore come metro di paragone per rafforzare il concetto improntato su migliorie sostanziali e una maturità fisiologica del più recente SoC per poter esser commercializzato in larga scala.
Qualcomm ribadisce che lo Snapdragon 850 ha tutta la potenza necessaria per far sì che Windows possa girare senza troppi problemi, anche a fronte di una scheda grafica ancora più performante e capace, nel caso di specie, di catturare contenuti 4K e di esser insignita dal supporto al concetto cardine dell’Intelligenza Artificiale, adesso presente con decisione anche all’interno del sistema operativo di Microsoft. Il dato più rilevante è però un altro: l’autonomia migliorata del 27%. Questo significa, a detta della stessa azienda americana, che sarà possibile acquistare sul mercato notebook in grado di garantire una giornata di utilizzo continuativo oppure, nel caso di dispositivi impreziositi da moduli batteria ragguardevoli, addirittura più di un giorno.
Lo Snapdragon 850, realizzato appositamente per sistemi operativi Windows e perfettamente ottimizzato per l’aggiornamento di aprile di Windows 10, mette in mostra un processo produttivo a 10 nanometri di seconda generazione e vanta al suo interno soluzioni tecnologiche di rilievo. Pensiamo, ad esempio, ai modem Snapdragon X20 LTE 10MHz + LAA, Gigabit LTE migliorata (seconda generazione a 1.2Gbps), supporto aptX HD e HDR. Secondo le ultime notizie, difficilmente lo Snapdragon 850 farà il suo ingresso su smartphone, anche perché trattasi di una soluzione appositamente congegnata per sfruttare appieno tutte le potenzialità di Windows su ARM.
La sfida che oggi si appresta a diventare prerogativa importante del mercato coinvolgerà, di riflesso, attori protagonisti non certo secondari come Intel, che a detta degli ultimi rumors sta alacremente lavorando su una risposta allo Snapdragon 850 di Qualcomm dall’alto di un SoC addirittura impreziosito da un processo produttivo a 7 nanometri. L’era dei notebook con processore ARM sta insomma prendendo piede con ancora più vigore e ci aspettiamo, da qui in avanti, una folta schiera di annunci da parte di produttori di terze parti, pronti a realizzare dispositivi equipaggiati dello Snapdragon 850 e, chissà, metter effettivamente in mostra risultati di autonomia mai raggiunti dai portatili tradizionali. Le premesse d’altronde ci sono tutte.
FONTE: The Verge