Quasi tutti i servizi del mondo possiedono una funzione che consente agli utenti di bloccarne altri per una qualsiasi ragione. Tuttavia alcune aziende non sono convinte del fatto che permettere ai loro iscritti di sfruttare una simile chance possa essere una buona idea.
Spotify una funzione di blocco ancora non ce l’ha e di conseguenza chiunque conosca il nostro username può vedere tranquillamente cosa stiamo ascoltando in un dato momento. Un rapporto di Buzzfeed pubblicato nella giornata di ieri offre un esempio del motivo per cui l’azienda svedese dovrebbe però implementare l’opzione il più presto possibile. La testimonianza riguarda un’abbonata di nome Meghan, che aveva bloccato il suo ex su qualsiasi piattaforma possibile tranne che su Spotify. Secondo le dichiarazioni che la ragazza ha rilasciato a BuzzFeed News, il tale seguiva pedissequamente ogni cosa lei ascoltasse e le inviava poi delle email in cui le parlava dei brani, convinto che la musica da lei riprodotta fosse una prova del fatto che volesse tornare con lui. I messaggi erano spesso arrabbiati e Meghan ha confessato d’aver provato reale terrore al pensiero di quanto potesse essere disperato per arrivare a monitorare in modo talmente ossessivo le sue attività. Insomma, una storia certamente non edificante.
Per lungo tempo i consumatori hanno chiesto a Spotify di realizzare questo strumento di difesa della loro privacy, ed è stato solo quest’anno che la compagnia ha deciso di regolare l’aggiornamento di stato riguardante la richiesta della funzione di blocco su “buona idea“.
Purtroppo però, sebbene creda nella forza dell’idea, Spotify dichiara che aggiungere la feature al proprio servizio di streaming musicale non è al momento una priorità nella sua tabella di marcia. E voi, che ne pensate? Ne sentite l’esigenza?