Stadia è un fallimento? Emergono tanti retroscena sulla piattaforma di Google

Stadia è uno dei tanti fallimenti di Google? E’ questa una domanda che da mesi si pongono tantissimi utenti, compresa la stampa specializzata.

La recente chiusura della divisione incaricata dello sviluppo di esclusive per la piattaforma di cloud gaming, ha portato Google al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e chi conosce il modus operandi dell’azienda con altri progetti passati, il rischio che la piattaforma venga lasciata a morire fino alla chiusura è una una possibilità da non scartare.

L’ultima analisi proposta da Bloomberg ha fatto emergere proprio uno scenario, consumatosi nel “dietro le quinte” della piattaforma, piuttosto delicato e preoccupante, fatto di pessime scelte e ingenti investimenti monetari privi delle conocenze adeguate del settore.

L’articolo della testata americana, firmato da un nome molto importante nel settore della stampa videoludica, Jason Schreier, ha analizzato tre punti fondamentali su cui si basa il fallimento del servizio di cloud gaming proposto da Google:

  • Obiettivi di vendita iniziali non raggiunti
  • La scelta di lanciarsi nel mercato fronteggiando a viso aperto le console concorrenti, ponendosi come un nuovo esponente di pari valore
  • Investimenti sconsiderati per avere in catalogo produzioni come Red Dead Redemption 2, un porting che Rockstar non aveva preso in considerazione

Tra i grandi fallimenti troviamo anche il modello di business, che al netto della piattaforma streaming accessibile gratuitamente, spinge i videogiocatori ad acquistare i titoli singolarmente, a prezzo pieno rispetto alle controparti presenti su console fisse e PC.

Secondo un portavoce, Stadia avrebbe anche fallito i suoi obiettivi di vendita nei controller e la base di utenza su base mensile. Un traguardo lontanissimo rispetto a quelli che, secondo la fonte, sarebbero i numeri registrati dalla piattaforma dal lancio fino ad oggi.

Proprio di recente , grazie alla ricostruzione di Kotaku attraverso una sessione di Q&A tenuta con lo staff, è anche emerso che dietro alle ragioni di questa improvvisa chiusura della divisione gaming ci sarebbe stata l’acquisizione del gruppo Zenimax Media e Bethesda da parte di Microsoft.

In poche parole l’acquisizione avrebbe spinto Google a ragionare sul futuro della sua piattaforma in termini di investimenti. Nello specifico l’azienda si sarebbe resa conto dell’ingente quantità di denaro necessario a sostenere lo sviluppo di first party per una piattaforma. Per questo motivo Google ha optato per un cambio strategico, puntando alle partnership con i third party e portare sul proprio servizio titoli multipiattaforma.

Fa sicuramente un po’ sorridere se si pensa all’ingenuità di Google, lanciatasi un po’ all’avventura in un mercato per niente facile da affrontare senza un generoso investimento economico nella qualità dei servizi e delle produzioni. Ad oggi sicuramente Stadia può ritenersi una delle migliori alternative a PS5 e Xbox Series X per il gaming multipiattaforma, come dimostrato anche dalla buona conversione di Cyberpunk 2077.

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