Stephen Hawking: “Entro 200 anni la razza umana dovrà trasferirsi in altri pianeti”

Nel corso dello Starmus Festival avvenuto a Trondheim, in Norvegia, il famoso astrofisico Stephen Hawking è tornato ad esprimere le sue preoccupazioni circa il destino della razza umana nei prossimi due secoli.

“Sparpagliarci tra i vari Pianeti dello Spazio potrebbe cambiare completamente il futuro dell’umanità”, afferma Hawking secondo il quale è giunto il momento che tutte le maggiori potenze del Pianeta comincino a collaborare per raggiungere un obiettivo comune: “Mi auguro che le nazioni più competitive si prefiggano lo stesso obiettivo. Un nuovo e ambizioso programma spaziale potrebbe essere stimolante per i più giovani e potrebbe generare un interesse verso l’astrofisica e la cosmologia. La colonizzazione della razza umana in altri Pianeti un giorno non sarà più fantascienza, ma diventerà realtà scientifica”.

Subito dopo Hawking ha replicato alle preoccupazioni di chi sostiene che sarebbe meglio investire il denaro per risolvere i problemi di questo Pianeta, aggiungendo una “velata” critica al presidente americano Donald Trump: “Non sto negando l’importanza di lottare contro il cambiamento climatico e il surriscaldamento globale, a differenza di Trump, che ha preso le decisioni più sbagliate riguardo al cambiamento climatico mai viste al mondo. Se l’umanità continuerà ad esistere per altri milioni di anni, avremo bisogno di andare in altri luoghi in cui nessuno è andato prima”.

Secondo Hawking, quindi, entro il 2020 l’uomo dovrebbe effettuare un nuovo sbarco sulla Luna e cominciare a lavorare ad una base lunare almeno per i prossimi 30 anni, per poi raggiungere Marte nel 2025.

“Stiamo esaurendo lo spazio e gli unici posti in cui possiamo andare sono gli altri Pianeti. È tempo di esplorare altri sistemi solari. Colonizzare altri mondi sarà forse l’unica cosa che potrà salvarci da noi stessi. Sono convinto che gli esseri umani abbiano bisogno di lasciare la Terra”, ha commentato l’astrofisico.

“Ogni volta che facciamo un nuovo salto, come ad esempio gli allunaggi, uniamo le persone e le nazioni insieme, inauguriamo nuove scoperte e nuove tecnologie. Lasciare la Terra richiede un approccio concertato globale, a cui tutti dovrebbero partecipare. Abbiamo bisogno di riaccendere l’entusiasmo dei primi giorni dei viaggi nello spazio negli anni sessanta. Spero per il meglio. Devo. Non abbiamo altra scelta”, ha concluso lo scienziato.

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