Tutti vogliono sbloccare iPhone. Compreso la Cina, che in passato ha chiesto ad Apple il codice sorgente di iOS, malgrado il fermo diniego del colosso di Cupertino sul detto fronte, particolarmente spinoso e poggiante sulla sicurezza degli utenti. Lo rivela Bruce Sewell, Senior Vice President di Apple nonché consulente legate della stessa società californiana, in occasione dell’audizione dinanzi alla Camera tenutasi due giorni addietro (martedì 19 aprile, ndr) con la Commissione per l’Energia e il Commercio. Il tema principale, strutturato sulla questione cifratura, si è quindi rivelata l’occasione propizia per confermare, da parte di Apple, la riluttanza al rilascio a terzi del codice sorgente di iOS.
Eppure c’è qualcuno che ventila l’ipotesi circa un trattamento di favore che il governo cinese avrebbe ricevuto, a seguito di pressioni e tentativi di far ritrattare la posizione della società americana. Sewell non ha perso tempo a smentire qualsivoglia chiacchiericcio su tal fronte, svelando come la Cina abbia chiesto – per ben due volte in questi ultimi due anni – il codice sorgente di iOS, nello specifico la chiave di volta delle ormai famigerate backdoor sul sistema operativo di Apple al fine di sbloccare iPhone. <<Una simile evenienza non farebbe altro che creare problemi al 100% degli utenti Apple>>. Dalla Cina, secondo numeri snocciolati dal brand californiano, sarebbero inoltre arrivate negli ultimi sei mesi 32 richieste di informazioni inerenti a 6724 account, mentre numeri inferiori sono stati registrati nel semestre precedente.
Apple è ferma nella sua posizione, a garanzia della sicurezza degli utenti e dei loro dati, potenzialmente in pericolo qualora si riuscisse a creare una backdoor per sbloccare iPhone e iPad, per inciso la stessa soluzione che l’FBI aveva chiesto ad Apple nell’ormai famigerato caso relativo alla strage di San Bernardino (infruttuoso, per stessa ammissione Dipartimento di Giustizia). Nessun dietrofront, dunque, malgrado le pressioni giunte dalla Cina, tesoretto importante per il colosso capitanato da Tim Cook in ragione della sua incidenza sul fatturato della società americana. Per stessa ammissione del CEO di Apple, la Cina rischia di <<superare gli Stati Uniti>> e diventare il motore di vendite più importante e prolifico per Apple. Ed è proprio questa la ragione che ha spinto qualcuno a prendere ipotesi un possibile ritrattamento della posizione di Apple in merito alla consegna del codice sorgente di iOS alla Cina. Evenienza tuttavia smentita categoricamente da Sewell.