Con una mossa senza precedenti e che dimostra estremo coraggio, Twitter fa causa agli Stati Uniti ed in particolare il Governo Federale per aver violato il primo emendamento della Costituzione Americana.
Il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti garantisce la terzietà della legge rispetto al culto della religione e il suo libero esercizio, nonché la libertà di parola e stampa, e proprio di violazione di quest’ultimo è stato accusato il Governo Federale dal famoso social network Twitter.
La decisione di azzardare questa mossa senza precedenti è stata dettata dopo le restrizioni imposte dal Governo che ha vietato a Twitter di rivelare le richieste avanzate dalle varie agenzie per la sicurezza nazionale statunitensi nei confronti dei propri utenti, soprattutto alla luce del famoso scandalo Datagate, nel quale sono state rivelati i tentativi di intrusione effettuati dal governo americano ai danni della privacy di ignari cittadini statunitensi, il tutto motivato da presunte indagini per la sicurezza nazionale e che hanno acceso un enorme protesta da parte dei colossi del web e delle telecomunicazioni statunitensi.
Nello specifico il numero uno di Twitter, Dick Costolo, ha attaccato il Dipartimento di Giustizia USA, che con le proprie restrizioni ha impedito a tutti i social network ed ai colossi delle telecomunicazioni di divulgare informazioni sui programmi di sorveglianza del governo e che coinvolgono milioni di persone che a loro insaputa, utilizzano quotidianamente internet ed i social network più famosi.
Il governo statunitense aveva stretto un compromesso, lo scorso Gennaio, con cinque delle più importanti realtà tecnologiche americane, Google, Yahoo, Microsoft, LinkedIn e Apple, consentendo loro di poter rivelare esclusivamente il numero delle richieste di informazioni ricevute dal governo, ma solo tra un intervallo genericodi numeri: ad esempio se il governo avesse richiesto 170 volte i dati di uno specifico utente, Google potrebbe rivelare che le richieste sono stata tra 0 e 999.
Questo compromesso non è ovviamente stato giudicato sufficiente da Twitter, che vorrebbe rivelare maggiori particolari delle richieste ricevute dal governo, che per voce del vicepresidente, Ben Lee, afferma:
“Crediamo di avere il diritto in base al primo emendamento di rispondere pienamente alle preoccupazioni dei nostri utenti, informandoli anche sullo scopo dei programmi di sorveglianza del governo. Dovremmo essere liberi di farlo, in maniera piena invece che in maniera incompleta e inesatta.”
La mossa di Twitter è l’ennesimo chiaro segnale di come i colossi della tecnologia statunitense vogliano maggiore protezione per la privacy e la sicurezza dei dati dei propri utenti, come dimostrato recentemente anche da Apple, che nel suo iOS 8, ha integrato un sistema di crittografia dei dati che rende l’accesso ai contenuti riservati salvati su iPhone, inaccessibili anche ai potenti mezzi a disposizione dell’FBI, così come Google che si è già detta al lavoro per l’integrazione di una simile soluzione sul proprio sistema operativo Android.
Riuscirà Twitter a vincere questa causa contro il Governo degli Stati Uniti e divulgare informazioni dettagliate sul numero di richieste di acceso ai dati degli utenti? Rimanete con noi per conoscere gli sviluppi della situazione.