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Vodafone: grossa sanzione per la poca trasparenza nelle rimodulazioni

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Vodafone: grossa sanzione per la poca trasparenza nelle rimodulazioni

Vodafone rientra in quel ramo di operatori telefonici diventati fin troppo popolari per la loro tendenza ad effettuare continue rimodulazioni alle promozioni dei suoi clienti, spesso con aumenti anche molto ingenti.

La trasparenza insomma, a volte non è sempre di casa, e lo sanno molto bene gli utenti che finiscono vittima delle sue rimodulazioni.

E proprio per questo motivo l’AGCOM ha deciso di sanzionare l’operatore rosso con l’accusa di mancato rispetto degli obblighi di legge in materia di trasparenza e completezza delle informazioni, nonché di diritto di recesso (art. 98 comma 16 del Codice delle comunicazioni elettroniche).

Le particolari rimodulazioni che hanno spinto l’AGCOM a sanzionare l’operatore riguardano alcune offerte di rete mobile prepagata che dal 3 Settembre 2018 hanno subito un incremento di 1,99 euro sulla quota della tariffa mensile; una serie di offerte su SIM dati che hanno visto l’incremento di ben 4 euro, entrato in vigore dal 13 ottobre 2018; e infine le offerte di rete fissa, aumentate di 2,50 euro a partire dal 10 novembre 2018.

L’ente si è mobilitato a seguito della raccolta di numerosissime segnalazioni riportate dagli utenti che si sono definiti parte lesa in queste rimodulazioni. Parliamo di segnalazioni risalenti già dal mese di Agosto, e proseguite per quasi tutta la durata dei mesi successivi, culminate poi a Novembre 2018 con quelle relative alla rete fissa.

Secondo i clienti, Vodafone ha rilasciato un informativa poco trasparente, nel quale si rammentava che il diritto di recesso poteva essere esercitato entro la data di emissione della fattura successiva e non sino al giorno antecedente l’entrata in vigore delle modifiche unilaterali. La situazione si è quindi tradotta in utenti che, pur esercitando il legittimamente diritto di recesso, si sono ritrovati degli addebiti relativi ad importi per recesso anticipato o disattivazione, mentre in alcuni casi anche per recupero dei costi di attivazione.

La società, in occasione di varie modifiche unilaterali di contratti di telefonia fissa e mobile, ha fornito agli utenti informative carenti e fuorvianti, rendendo difficoltoso il legittimo esercizio del diritto di recesso e addebitando importi non dovuti in conseguenza del recesso.

Nonostante le  argomentazioni esposte da Vodafone, l’AGCOM non ha battuto ciglio, e considerata la portata del danno e relativo comportamento poco trasparente nei confronti dei clienti, ha obbligato l’operatore telefonico a versare una sanzione pecuniaria di ben 580.000 euro.

Ecco uno stralcio della nota  diffusa dall’AGCOM:

A partire dal mese di agosto 2018, l’Autorità ha ricevuto numerose segnalazioni da
parte di utenti che hanno rappresentato la mancanza di trasparenza e completezza delle
informazioni fornite dalla Società in merito alle condizioni economiche di varie offerte
di telefonia mobile impattate dalla manovra di rimodulazione decorrente dal 3 settembre
2018. In particolare, i segnalanti hanno evidenziato di aver aderito – poco tempo prima
rispetto alla ricezione dell’SMS informativo relativo alle modifiche contrattuali in esame
– a offerte proposte attraverso teleselling (omissis) ovvero presso i punti vendita, le cui
condizioni economiche erano particolarmente vantaggiose (in alcuni casi garantite “per
sempre”) e, stando a quanto riferito in sede precontrattuale, non avrebbero subìto alcuna
imminente variazione. D’altra parte, gli utenti hanno lamentato di aver ricevuto, dopo
aver esercitato il diritto di recesso, l’addebito in un’unica soluzione delle rate previste per
l’acquisto di un termi