Waze non piace alla polizia statunitense

La famosa applicazione gratuita Waze, un software di navigazione stradale per dispositivi mobile basata sul concetto di crowdsourcing sviluppata dalla start-up israeliana Waze Mobile, sembrerebbe essere entrata nelle mire della polizia statunitense.

Il suo funzionamento è leggermente diverso da quello offerto da altri sistemi di navigazione, si basa infatti sul crowdsourcing, ovvero, gli aggiornamenti sul traffico o altri avvenimenti in tempo reale, vengono forniti direttamente dagli utenti, così anche come i dati cartografici, creando una vera e propria rete di utilizzatori che ne determinano lo sviluppo e il successo. Successo che ha ovviamente attirato gli occhi attenti di Google che nel Giugno 2013 ha ufficializzato l’acquisizione dell’azienda israeliana.

Tornando alla notizia odierna, sembrerebbe che la polizia statunitense abbia chiesto a Google di disattivare la possibilità di segnalare la posizione dei posti di blocco della polizia, funzione ovviamente molto amata dagli utilizzatori che come una community sono sempre molto solidali.

La polizia, nelle parole dello sceriffo Sergio Kopelev sostiene che la segnalazione dei posti di blocco viene vista, dalle forze dell’ordine, come strumento di aiuto per i criminali ed aggiunge che questa funzione può essere usata dai terroristi  per tenere traccia di tutti i movimenti delle pattuglie nelle varie zone, potendone agevolare la fuga.

Dal canto suo, l’azienda si difende con le parole del suo portavoce che replica alle dichiarazioni dicendo:

Le nostre relazioni con le forze dell’ordine migliorano la sicurezza dei cittadini, per esempio velocizzando le risposte alle richieste di soccorso stradale, e aiutano ad alleviare le congestioni del traffico.

La direzione del comitato tecnologico dell’associazione degli sceriffi statunitensi ha dichiarato anche una possibile azione legale contro Google nel caso in cui questa funzione non venga disattivata.

guardando le due posizioni, ognuna sembra dire cose sensate, da una parte Google sottolinea come aumentino in modo rapido gli interventi dei soccorsi nei casi di incidente, dall’altra le forze dell’ordine pongono un reale problema dichiarando qualcosa che non nulla di assurdo. E’ ovvio che il ruolo delle forze dell’ordine venga riconosciuto con gratitudine e venga esortato ad un maggiore controllo fino a quando non siamo noi stessi ad essere controllati, quindi quale azione intraprendere? Cosa pensate sia meglio fare?

In qualsiasi modo la pensiate, la questione è molto spinosa, la salvaguardia delle esigenze della pubblica sicurezza va a contrapporsi ai diritti individuali di una persona, libera di comunicare un incidente o un posto di blocco. Quando ancora non c’erano i navigatori la legge stradale di solidarietà tra automobilisti avveniva con un lampeggio dei fari abbaglianti a segnalare un prossimo posto di blocco. Ricordate anche voi?

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