La Cina ha bloccato WhatsApp: la famosa applicazione di chat ha riscontrato brevi interruzioni del servizio, con utenti che non sono stati in grado di inviare video o foto. Ora, secondo Nadim Kobeissi – crittografo applicato a Symbolic Software, un’ azienda di ricerca parigina che monitora anche la censura digitale in Cina – anche i messaggi di testo sono completamente bloccati.
“Essenzialmente, sembra che quello che inizialmente abbiamo monitorato come censura delle capacità di condivisione di foto, video e note vocali di WhatsApp nel mese di luglio si sia ora evoluto in quello che sembra essere coerente blocco e strozzamento dei messaggi di testo in tutta la Cina”, ha affermato Kobeissi alla redazione di The Verge.
Kobeissi ha scoperto che la Cina potrebbe aver recentemente aggiornato il suo firewall per rilevare e bloccare il protocollo NoiseSocket che WhatsApp utilizza per inviare testi, oltre a bloccare già l’HTTPS/TLS che l’applicazione di chat utilizza per inviare foto e video. Ha detto: “Penso che ci sia voluto del tempo perché il firewall cinese si adattasse a questo nuovo protocollo in modo che potesse mirare anche ai messaggi di testo”.
La mossa è un colpo per Facebook, che è stato vietato in Cina dal 2009: con il blocco di WhatsApp, l’ unica partecipazione rimanente di Facebook in Cina è l’ app Colorful Balloons rilasciata lo scorso mese.
La censura coincide con il 19° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese. WhatsApp potrebbe essere stato un bersaglio perché l’app offre una crittografia end-to-end, che mantiene privati i messaggi degli utenti. Al contrario, altre app cinesi nazionali come WeChat forniscono tutti i dati personali degli utenti al governo cinese. WeChat, che conta già 963 milioni di utenti attivi, beneficerà di uno dei suoi ultimi concorrenti stranieri espulsi dal mercato. Da Menlo Park si sono rifiutati di commentare.