Il nuovo Microsoft Store di Windows 11 rappresenterà una grande rivoluzione che, insieme all’arrivo delle applicazioni native Android, rappresenterà una svolta importante per l’ecosistema a cui sta puntando il colosso di Redmond, votato interamente alla maggior inclusività possibile.
Le app Android di Amazon per esempio verranno pubblicate sullo store di Microsoft con un link hosting che rimanderà l’utente allo store ufficiale dell’e-commerce, dove sarà necessario procedere per l’acquisto e la relativa installazione, tuttavia uno dei grandi colpacci presentati dall’azienda durante il reveal del sistema operativo è stata la conferma della presenza di Disney+, di cui tuttavia non è stata specificata la natura: sarà una web app oppure qualcosa di nativo (molto probabile quest’ultima ipotesi).
Se fosse nativa si tratterebbe di un traguardo assolutamente importante per Microsoft, dato che ad oggi il popolare servizio streaming della casa di Topolino è accessibile unicamente da browser su Windows.
Microsoft però sembra puntare ancora più in alto per il futuro, e guarda a negozi digitali come Steam ed Epic Games Store, come suggerito da Panos Panay, responsabile dell’intera divisione Surface e Windows, durante una recente intervista a The Verge:
Per certi versi Windows ospita già quei negozi, e se possiamo farlo attraverso il Microsoft Store certo che sì. Se altri vogliono venire nello Store, sono più che benvenuti. In effetti, incoraggiati, ed è un po’ quello il motivo per cui stiamo sviluppando alcune nuove policy. Vorrei davvero un’esperienza per cui l’utente apre lo Store, digita il nome dell’app e ottiene l’app che vuole.
Microsoft sta abbracciando l’idea di uno store aperto a tutti, e in questo senso sono chiari i segnali. Microsoft consentirà agli sviluppatori di trattenere il 100% delle entrate derivanti dalle app se utilizzano piattaforme di pagamento alternative, ma ciò non si applica ai giochi. È una grande omissione, che arriva poche settimane dopo la scelta di Microsoft di ridurre la percentuale di guadagno dei giochi nel Microsoft Store, passando dal 30 al 12% a partire dal 1 agosto.
Non è chiaro nemmeno come questa politica possa applicarsi con delle applicazioni addette alla vendita di giochi digitali come Steam ed Epica. Se Steam dovesse essere integrato con l’app store di Windows, sarebbe probabilmente attraverso l’hosting di un collegamento simile a quello ideato per le app Android di Amazon, così da evitare che app e giochi vengano ospitati direttamente nell’app store di Microsoft.
Considerando la popolarità di cui gode attualmente il Microsoft Store di Windows 10, possiamo veramente parlare di rivoluzione per quanto concerne la gestione dello store proprietario.