In questi giorni che Xbox Series X e Series S sono finite nelle mani di tutti i videogiocatori sparsi nel mondo, non sono mancati ovviamente i primi folli test per mettere alla prova le due console next gen di Microsoft.
In particolare abbiamo appreso in queste settimane che le due nuove Xbox sono delle impressionanti macchine per l’emulazione. Ma quindi Series X e Series S sono già “bucate” dagli utenti? Non esattamente, perché la manovra per “sbloccare” l’hardware della macchina è piuttosto semplice e viene anche permesso da Microsoft, a patto di avere i permessi.
Per poter gestire più in profondità la console, rimuovendo quelle barriere software che solitamente sono riservate ai videogiocatori, è necessario scaricare la Dev Mode dall’Xbox Store e poi procedere all’acquisto di una licenza come sviluppatore sul sito di Microsoft, che ha un costo di 20 euro.
Così facendo, sarà possibile trasferire via server tutta una serie di applicazioni alla console, a patto di avere un sistema operativo Windows 10 su cui operare. Il tutto viene liberamente concesso da Microsoft, non sono quindi degli hack oppure di modifiche al software, ma un semplice sblocco di alcune caratteristiche della console solitamente inaccessibili all’utenza.
Ciò che sorprende è che l’installazione di RetroArch UWP, un programma all-in-one che, tramite appositi pacchetti aggiuntivi, simula l’ecosistema hardware e software delle console delle passate generazioni con una qualità a dir poco sorprendente. Questo potrebbe rendere Series X e Series S due potenziali hardware destinati a regalare non poche soddisfazioni sulla scena del retrogaming. A sorprendere è che tutto venga liberamente concesso da Microsoft attraverso l’acquisto di una semplice licenza.