Xiaomi è stata tagliata fuori dai vertici delle aziende manifatturiere più vaste nello scorso trimestre. Ciò che ha sorpreso diversi analisti è che il brand cinese è stato rovesciato proprio da concorrenti connazionali quali Oppo e Vivo. Ragionando sulle motivazioni che hanno favorito l’ascesa dei due OEM, è impossibile non considerare che queste si focalizzano principalmente sulle vendite offline, dunque di unità fisiche presenti nei negozi.
Xiaomi, è risaputo, non ha mai adottato una strategia di questo tipo, preferendo vendere i propri dispositivi online attraverso i cosiddetti eventi flash sale, che hanno sopperito ai frequenti problemi di rifornimento e produzione di cui il colosso cinese soffre.
Sembra, tuttavia, che Xiaomi abbia riflettuto proprio su quanto detto fin’ora decidendo dunque di investire sulla realizzazione di negozi fisici per lanciarsi nel mercato delle vendite offline, supportando tutto ciò con un piano per incrementare la forza produttiva così da non ricadere nei soliti problemi di rifornimento.
Il CEO di Xiaomi, Lei Jun, ha affermato che la compagnia realizzerà oltre 1000 store fisici durante i prossimi due anni, in cui saranno presenti diversi dispositivi del brand cinese. All’appello non mancheranno ovviamente gli smartphone, ma vedremo anche TV, droni, depuratori dell’aria, accessori per la casa, smartvetture, smartband e tutto ciò che il brand cinese ha prodotto in questi anni.