Xiaomi Mi A1, rilasciati finalmente i codici sorgente

L’attesa è stata tanta ma finalmente Xiaomi ha provveduto in queste ore a rilasciare i codici sorgente per il suo quotatissimo Xiaomi Mi A1. Il primo smartphone Android One del colosso cinese – pronto al debutto anche in Italia – potrà adesso avvicinarsi in misura ancora maggiore al mondo degli sviluppatori, che pure ha accolto con favore la scelta di Xiaomi di lanciare sul mercato un terminale impreziosito dalla presenza di Android stock e aggiornamenti costanti (oltre che insignito, più in generale, da un rapporto qualità-prezzo ragguardevole).

Non è tutto oro quel che luccica, dal momento che i codici sorgente si riferiscono ad Android 7.1.1 Nougat, ossia la penultima versione del sistema operativo mobile di Google eseguita di default dallo smartphone. Xiaomi Mi A1pur con problematiche non trascurabili, come abbiamo segnalato in questi ultimi giorni – ha però ricevuto da ormai qualche settimane l’ultimo Android 8.0 Oreo, ed è per questo che la recente mossa del produttore cinese rischia di vanificare il suo effetto pratico.

Insomma, se da una parte assistiamo ad una timida apertura alla community di sviluppatori, dall’altra la strada non è propriamente in discesa. Ed è per questo che adesso bisognerà attendere le prossime mosse della società. Certo è che, codici sorgente a parte, Xiaomi Mi A1 continua ad attirare un vasto e vistoso interesse anche da parte degli utenti un po’ più smaliziati e “smanettoni”. Nonostante la penuria di codice sorgente, troviamo infatti sul portale XDA svariate ROM perfezionate ad-hoc per il primo smartphone Android One di Xiaomi, al netto delle difficoltà e degli ostacoli incontrati in corso d’opera.

La questione potrebbe sbloccarsi definitivamente e speriamo a questo punto che Xiaomi possa sopperire quanto prima alla lacuna, così da accondiscendere le esigenze della comunità di sviluppatori. Che pure continua nel frattempo a dare il proprio apporto, nel tentativo di migliorare ulteriormente il terminale: si pensi, ad esempio, al porting Google Camera, necessario per sfruttare HDR+ dei Pixel.

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