Xiaomi Redmi Note 5 Pro è ormai ufficiale in India da qualche giorno e, al di là del poco convincente (e soprattutto originale) fattore estetico, può fregiarsi di aver fatto da precursore e aperto la strada alla nuova piattaforma Snapdragon 636 di Qualcomm.
Sulla falsariga dell’ancora più prestante Snapdragon 660 (inaugurato, anche qui, sullo Xiaomi Mi Note 3), il nuovo chipset del colosso americano è costruito su un processo produttivo a 14 nanometri e porta soprattutto i prestanti core Kryo nella categoria degli smartphone di fascia media, in ossequio ad una configurazione octa-core Kryo 260 in un cluster 4 + 4.
Il Kryo 260 ha infatti il pregio di sfruttare quattro core Cortex A73 semi-personalizzati con clock a 1.8GHz, affiancati per l’occasione ad altrettanti quattro core Cortex A53 con clock a 1.6GHz per le operazioni meno dispendiose e, quindi, necessarie per garantire una efficienza energetica maggiore.
Xiaomi Redmi Note 5 Pro – che può fregiarsi, rispetto al Redmi 5 Plus e Redmi Note 5, della connettività WiFi AC – è altresì impreziosito dai modem X12 LTE di Qualcomm con downlink fino a 600Mbps.
Naturale quindi che il nuovo smartphone Xiaomi di fascia media abbia catturato sin da subito l’attenzione generale, anche perché il prezzo di listino contenuto (almeno in India) fa il paio con prestazioni ragguardevoli e di gran lunga migliorate rispetto alla sequela di smartphone (soprattutto Xiaomi) con il precedente Snapdragon 625, comunque apprezzato per il suo abbinamento tra prestazioni ed efficienza energetica.
La redazione di Android Central ha pensato bene di confrontare lo Xiaomi Redmi Note 5 Pro con alcuni smartphone rilasciati finora dalla stessa società cinese: si pensi, ad esempio, al Redmi Note 5/Redmi 5 Plus con lo Snapdragon 625, ma anche al Redmi Note 3 Pro con lo Snapdragon 650 (che ha al suo attivo soltanto due core Cortex A72) ed i più potenti Mi Note 3 (Snapdragon 660) e Mi 6 (Snapdragon 835).
La tabella riepilogativa riportata qui di seguito mette bene in evidenza il salto generazionale compiuto da Xiaomi Redmi Note 5 Pro rispetto ai modelli di fascia media commercializzati lo scorso anno dallo stesso produttore cinese, confermando quindi l’ottimo lavoro svolto da Qualcomm anche sui settori di mercato meno blasonati.
Xiaomi Redmi Note 5 Pro benchmarks
AnTuTu Benchmark v7.0.4
Dispositivo | processore | GPU | UX | Memoria |
---|---|---|---|---|
Xiaomi Redmi Note 5 Pro (SD636) | 55347 | 21162 | 29574 | 6566 |
Xiaomi Mi Note 3 (SD660) | 65571 | 30348 | 35569 | 7652 |
Xiaomi Redmi Note 5 (SD625) | 38270 | 12749 | 20432 | 5335 |
Xiaomi Redmi Note 3 (SD650) | 43001 | 17452 | 25237 | 4849 |
Xiaomi Mi 6 (SD835) | 63731 | 71.994 | 42303 | 9765 |
Xiaomi Mi 5s (SD821) | 53281 | 64072 | 32554 | 7183 |
Xiaomi Mi 5 (SD820) | 48261 | 43162 | 30493 | 6423 |
Il punteggio di 112649 pone infatti lo smartphone Xiaomi ben lontano da qualsiasi altro dispositivo nel segmento di fascia media, visto che il Redmi Note 5/Redmi 5 Plus con lo Snapdragon 625 si ferma ad un punteggio di 77236.
Essenzialmente, Snapdragon 636 è una versione a ranghi inferiori dello Snapdragon 660, ed è per questo che Redmi Note 5 Pro si trova ad essere un po’ più in basso rispetto a Mi Note 3. Ci aspettiamo però, quasi a mo’ di contraltare, un risparmio energetico ancora migliore e, dunque, riscontri ancora positivi in termini di autonomia.
E’ chiaro, i benchmark lasciano spesso il tempo che trovano, anche perché l’esperienza d’uso quotidiana è senz’altro il miglior parametro per valutare un determinato prodotto. Eppure Xiaomi Redmi Note 5 Pro ha di fatto dato il via ad una stagione importante per gli smartphone Android di fascia media, e la speranza a questo punto è che lo Snapdragon 636 possa trovare presto una maggiore diffusione anche su altri competitors.