L’anticipazione dei giorni scorsi a firma del sito web re/code trova mestamente il suo pieno ed effettivo inverarsi: Yahoo! ha subìto un attacco hacker e le conseguenze assumono connotati ben peggiori rispetto alle stime ipotizzate dapprincipio. Lo conferma a denti stretti l’addì dello storico servizio mail Marissa Mayer, snocciolando mastodontici numeri e confermando, per converso, la portata pressoché imponente di quel che può già considerarsi come il più grande cyber-attacco di sempre. Capace di metter le mani e razziare almeno mezzo miliardo di account. <<Un protagonista sostenuto da uno Stato>> ha sentenziato il plenipotenziario dirigente di Yahoo!, che conferma di esser a stretto contatto con le autorità.
Gli account trafugati dai criminali mettono in evidenza l’ennesimo problema di sicurezza delle informazioni personali degli utenti. Una vera e propria cassaforte digitale, scardinata senza troppi indugi e che adesso rischia di creare implicazioni di non poco conto alla cessione degli asset di Yahoo! al gigante delle comunicazioni statunitense Verizon. E’ possibile che siano stati violati nomi, password, numeri di telefono ed indirizzi degli utenti, e l’azienda – quasi nel tentativo di smorzare i toni sin troppo incandescenti – esclude qualsivoglia fuga di informazioni finanziarie, quali pagamenti, carte di credito e conti in banca.
L’attacco hacker subìto a fine 2014 da Yahoo! e portato alla luce soltanto in data odierna cela tuttavia una realtà del tutto inaspettata ed eclatante. Sì, perché l’azione dei criminali – una persona od un gruppo – sarebbe stata stata guidata da un governo. Lo scenario è ancora tutto da delineare e, in attesa di far luce sull’accaduto, l’azienda non ha mancato di porre preliminari precauzioni. Yahoo! chiede a tutti i propri utenti di cambiar password, di verificare che l’account non sia stato oggetto di attività quanto meno sospette e, soprattutto, di utilizzare cosiddetto Yahoo! Account Key, nello specifico uno strumento che elimina la necessità di usare una password.